Roma-Lido chiusa, è caos: sugli autobus resse e malori

`Il crollo della linea aerea alla stazione di Acilia, servizio interrotto fino a Magliana

Roma-Lido chiusa, è caos: sugli autobus resse e malori
di Alessia Marani
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Dicembre 2021, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 13:08

La via crucis dei residenti a Nord di Roma, Prima Porta e Labaro, che per raggiungere il centro - e viceversa - debbono affidarsi all'ex ferrovia concessa Roma - Viterbo, oggi, giornata di ripresa del lavoro in presenza con il Green pass, sarà ancora più pesante. Motivo? Ben otto treni da sabato scorso sono out dal momento che i 28 macchinisti in servizio sulla tratta stanno seguendo, a rotazione, i corsi di formazioni necessari ad aggiornare la loro abilitazione. Un corso che poteva essere anticipato nel tempo ma rinviato all'ultimo minuto, con il paradosso che ci sono circa 20 macchinisti, tra capitreni abilitati e altri pronti per essere trasferiti, che potrebbero supplire alle carenze. Risultato? Decine di corse soppresse, paurosi assembramenti sulle banchine alla faccia delle norme anti-Covid, utenti inferociti. La giornata di mercoledì, per esempio, ha visto la soppressione di ben un quarto dei treni programmati sulla tratta urbana fino a Prima Porta, e poco meno sulla extraurbana.

Problemi che vanno ad aggiungersi ai guai di sempre. «Non ne possiamo più - tuona Tommaso Rosica del comitato pendolari - ogni giorno è una sorpresa, in negativo. Viaggiamo in queste condizioni disastrate come in una scatola di sardine, come se il Covid non esistesse. Da domani (oggi, ndr) sarà l'inferno. L'ultima novità è questo corso di formazione che i macchinisti starebbero seguendo e di cui non ci è stata data alcuna comunicazione. Come al solito, e come già visto nel caso della Roma-Lido, manca persino la semplice programmazione preventiva per evitare disagi, che dovrebbe essere alla base della logica del trasporto pubblico in una città come la Capitale».

Non basta. Il sospetto è che migliaia di utenti - e turisti - siano lasciati in balia delle ripicche e strategie messe in atto da alcuni macchinisti che tengono in piedi il servizio praticamente su base straordinaria. Qualcuno vorrebbe scegliersi le ore più comode per lavorare, abbandonando le corse nelle ore di punta. Per ovviare, l'azienda ha messo in servizio i cosiddetti bus in orario, navette sostitutive programmate (mentre le corse effettuate grazie allo straordinario dei dipendenti sono soggette, appunto, a forfait improvvisi). «Ma spesso nemmeno effettuano la sosta nelle fermate per quanto sono piene», aggiunge Rosica.

 

I DISAGI

Cronaca di una mattinata attraverso i racconti sul campo dei pendolari. Ore 7:11, alla fermata Roma Montebello gli utenti si guardano attorno in stazione come fossero a giochi senza frontiere. Non si può raggiungere il binario perché il treno in arrivo non viene indicato sui monitor, quindi bisogna essere pronti allo scatto, scendendo di corsa, per le scale, non appena da lontano si scorge il convoglio che fa capolino. Alle 07:25 il treno verso piazzale Flaminio in transito a Labaro è pienissimo, e i pendolari fotografano l'assembramento. Alle 07:28 a Prima Porta il monitor sul binario verso piazzale Flaminio non funziona. Alle 07:30 a Saxa Rubra il monitor è spento, i passeggeri riempiono la banchina. E ieri pomeriggio, in partenza da piazzale Flaminio, la situazione non era migliore: talmente le banchine erano assiepate che gli utenti per uscire dalla stazione camminavano sui binari. Commenta Elisa, una abbonata: «La situazione è insostenibile e oltremodo vergognosa. In pratica parte un treno ogni mezzora, quaranta minuti se tutto va bene».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA