E’ uno dei volti “storici” dell’antagonismo romano. Ha guidato proteste (quasi sempre non autorizzate), ed è vicino a molti centri sociali della Capitale: dallo Spin Time al Corto Circuito fino al Cinema Palazzo, non c’è abuso che non abbia vissuto in prima persona. E per questo, è stato condannato a quasi 4 anni di carcere, per aver preso parte ai tafferugli, nel 2014, nel VII Municipio, contro alcuni esponenti di Militia Christi. Adesso, per lui, un passato anche da consigliere comunale, l’onore di salire in cattedra, grazie agli studenti “okkupanti” del liceo Pilo Albertelli, all’Esquilino. «Corso con Nunzio D’Erme e Osservatorio repressione» recita il volantino diffuso, ieri, dai ragazzi, che hanno preso possesso dell’istituto, impedendo lo svolgimento delle lezioni tradizionali. Al loro posto, ecco D’Erme, noto anche per la sua vicinanza all’ex Br, Barbara Balzerani. Con lei partecipò ad un incontro, presso il Cinema Palazzo, in cui condivise alcune discutibili opinioni sugli anni vissuti dall’amica. «Lei ha vissuto la parte più bella - disse D’Erme - ma dopo l’ha pagata tutta, ti sei pure divertita, ma poi la paghi perché arriva il conto. Ringrazio i compagni che hanno organizzato questa cosa bellissima perché tocca pure trovare il modo per costruire una memoria collettiva che ci appartiene».
Scuola, feste (senza mascherine) e fumogeni per l'ultima campanella: nel cortile c'è il party
LO STOP ALLE LEZIONI
L’occupazione dell’Albertelli è scattata martedì e segue quella del cine-tv Rossellini, all’Ostiense.
«Le occupazioni sono sempre un danno – sottolinea Mario Rusconi, capo dei presidi di Roma - sia per la didattica che per l’educazione civica dei giovani. Da che mondo è mondo non hanno cambiato di un millesimo la situazione della scuola italiana: anzi, l’hanno peggiorata, visti i danni che ci sono da riparare». Quanto all’incontro con D’Erme, spiega: «Quando si organizzano corsi, bisogna fare in modo che ci siano persone di prestigio culturale, e non dei feticci ideologici che servono solo a dividere e a fare confusione».
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