«Ero terrorizzata, in quegli istanti ho pensato di morire Sono riuscita a fuggire giusto in tempo fuori dall'auto, precipitandomi sotto le sbarre del passaggio a livello, e un attimo dopo c'è stato lo schianto. Ho visto la macchina distrutta sotto il treno. Tremo ancora al pensiero, sono viva per miracolo». Scena mozzafiato sulla ferrovia Velletri-Roma, all'altezza di Lanuvio. Eva Maria Derezinska, 66 anni, di origine polacca, ma da 35 residente nel piccolo centro dei Castelli, racconta l'incubo vissuto nel tardo pomeriggio dell'altro ieri. Erano passate da pochi minuti le 18. Buio fitto in tutta la zona, pioveva: la donna, dopo aver fatto la spesa, stava tornando a casa alla guida della sua Renault Clio. All'improvviso, però, è accaduto il peggio: attraversando il passaggio livello di via Monte Giove quando le sbarre erano ancora alzate - per evitare un'auto che viaggiava nel senso opposto, ha sterzato sulla destra, finendo bloccata sullo scalino di ferro e cemento che dà sulla massicciata. Attimi di orrore e terrore puro. Eva era disperata, impotente. Cercava di ripartire, ma la vettura era incagliata.
L'IMPATTO
A quel punto, dopo una manciata di minuti, un convoglio diretto a Roma si è materializzato sui binari ad alta velocità e ha travolto in pieno l'auto, spostandola di quasi 400 metri, mentre lei balzata all'indietro sotto le sbarre, guardava in lacrime la scena.
RIMOZIONE COMPLICATA
Prima di chiamare i vigili del fuoco, la conducente ha anche tentato con un numero di soccorso riportato su un cartello, che non è riuscita a leggere, però, per il buio. E pochi minuti dopo nella cittadina di Lanuvio rimbalzava la notizia: tanti hanno pensato al peggio, poi un sospiro di sollievo tirato quando si è saputo che dentro l'auto, ridotta a un groviglio di lamiere, non c'era nessuno. «Per la rimozione della vettura ha spiegato ieri mattina Riccardo Ciofi, sindacalista della Cisl presso il comando dei vigili del fuoco di Roma è stato necessario l'arrivo di un automezzo partito dal magazzino di caricamento di via Nomentana, dotato di attrezzature particolari per sezionarla e poterla spostare dal gradino, un'operazione difficoltosa durata molte ore, che ha richiesto l'uso di cesoie».