Carrozziere subisce due attentati in sei giorni, distrutte 60 auto: l'ombra della vendetta dei clan

Carrozziere subisce due attentati in sei giorni, distrutte 60 auto: l'ombra della vendetta dei clan
di Marco De Risi
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Sabato 18 Gennaio 2020, 12:53
Un'escalation inquietante. Segnali di qualche regolamento di conti scanditi da incendi dolosi. Ieri, alle 4.30, è scoppiato l'inferno su un tratto di via Comasta, una stradina fra Tor Cervara e la Tiburtina. Una densa colonna di fumo nero e fiamme ha invaso la zona tanto da terrorizzare i residenti. Arrivano i pompieri che alla fine domano il rogo: 51 auto sono andate distrutte. Le cause delle fiamme? Dolose. I vigili del fuoco non hanno dubbi, considerato che sono stati creati più inneschi. I residenti spaventati: «Ci siamo svegliati in piena notte con una serie di boati, sembravano bombe».

LE INDAGINI
Ecco, allora, che i carabinieri hanno iniziato ad indagare. Ad essere preso di mira è un carrozziere che, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto in passato qualche conto con la giustizia. Le auto erano all'interno del suo deposito. È chiaro, ragionano gli investigatori, che i piromani volevano mandare un messaggio proprio al carrozziere o a qualche suo parente. Ma l'ipotesi diventa ancora più pesante considerato che qualche giorno fa era stato appiccato già un piccolo incendio nella carrozzeria che aveva mandato in fumo sei auto. Un giallo che stanno cercando di risolvere i carabinieri. Un mosaico non semplice da comporre. Il nipote del carrozziere si chiama Marco Laurini, 29 anni. Non è uno qualsiasi.

Proprio i militari, due anni fa, gli misero le manette con l'accusa di omicidio. Laurini è accusato di avere ucciso il 28 luglio del 2018, a San Basilio, Antonio Bracci, 60 anni. Chi era Antonio Bracci? Era un pensionato che ebbe una discussione con Marco Laurini che lo ammazzò a bastonate, secondo l'accusa. Il carrozziere, sembra che ai carabinieri abbia detto di non avere idea di chi sia l'autore che gli ha bruciato due volte il deposito. Magari, ipotizzano gli inquirenti, può pagare una serie di gravi reati che ha commesso il nipote. Per questo i carabinieri indagano su più fronti.

Marco Laurini, infatti, è finito anche in un'inchiesta che fu considerata dai militari dell'Arma di alto profilo e riguardava il narcotraffico. Gli investigatori dopo mesi d'indagini arrivarono a scoprire i trafficanti che erano riusciti ad importare la droga direttamente dal Sud America. E fra gli arrestati figura anche un nomade di un clan noto per le sue imprese criminali: Salvatore Casamonica. Uno scenario, quindi, che preannuncia una buona dose di pazienza da parte degli investigatori. L'incendiario è legato direttamente al titolare della carrozzeria? E se sì, chi potrebbe essere e per quale motivo l'ha fatto? Invece, c'è anche la pista del nipote. Un giovane violento che, sempre secondo, i carabinieri è stato capace di muoversi in un ambiente pericoloso come quello del traffico internazionale di droga.
 
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