Roma, incubo incendi per stufe elettriche. L'esperta: «Meglio i sistemi a pompa di calore». E la manutenzione resta fondamentale

L'intervento dei vigili del fuoco in via Nomentana (foto ufficio stampa vigili del fuoco)
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 13:17

Controlli frequenti agli impianti elettrici effettuati da manutentori certificati, preferire i sistemi di riscaldamento a pompa di calore alle stufe, verifiche anche sulle valvole del gas. Gli incendi causati da cortocircuito stanno diventando un incubo a Roma dove, dal 27 dicembre a oggi sono stati sette i roghi disseminati tra la Capitale e la provincia. A provocare le fiamme il più delle volte è stato un mal funzionamento di stufe elettriche. Martedì sera, l'ultimo incendio scoppiato in via Nomentana, al civico 126, al quinto piano di una palazzina. Il rogo ha completamente distrutto l'appartamento. Intossicati, evacuazioni, appartamenti dichiarati inagibili e super lavoro dei vigili del Fuoco nelle ultime settimane. E a scatenare gli incendi spesso è stato un cortocircuito provocato dall'accensione di stufe, un sistema di riscaldamento che può nascondere molte insidie «soprattutto se collegato a impianti elettrici in sovraccarico e magari non a norma» dice Rossana De Angelis, presidente dell’Anaci Roma, l’Associazione nazionale amministratori di condominio.

De Angelis spiega: «Il problema è la manutenzione non fatta o per distrazione o per mancanza di investimenti, con la politica di decentralizzazione degli impianti la responsabilità del controllo è stata praticamente affidata soltanto ai singoli e chi controlla sugli impianti personali? Ora la politica di efficienza energetica prevede la centralizzazione dell'impianto ad alta efficienza e misure di sicurezza stringenti». Secondo De Angelis sono da preferire «sistemi di riscaldamento a pompa di calore, i climatizzatori insomma, ma anche in questo caso se l'impianto elettrico ha delle falle possono esserci dei rischi.

La prima cosa da fare è installare il differenziale nel quadro elettrico in modo tale che in caso di corto circuito la corrente sia isolata». E non dimentichiamoci delle valvole del gas: «Anche le tubazioni di ingresso delle cucine hanno una durata, vanno verificate e sostituite».

Martedì sera l'ultimo rogo e soltanto due giorni prima un altro spaventoso incendio ha creato il panico nel quartiere Eur. Le fiamme sono divampate in un palazzo di 7 piani in via Elio Vittorini e 40 persone sono state evacuate. Tra le ipotesi relative alle cause dell'incendio un cortocircuito di una stufa. Il giorno prima, sabato 8 gennaio, un altro incendio è divampato in una palazzina in via Fedele Lampertico, vicino Corso Francia: le fiamme hanno interessato tre appartamenti, dichiarati inagibili dai vigili del Fuoco. Nella stessa giornata un altro rogo è divampato a Ciampino, al secondo piano di un edificio in via di Morena dove i vigili del fuoco hanno soccorso 7 persone, tra cui una disabile, rimaste bloccate per il fumo. Due giorni prima, il 6 gennaio, ad andare a fuoco è stato un appartamento in via Tuscolana per un cortocircuito di una stufetta elettrica. Le fiamme sono divampate nel pomeriggio al terzo piano e hanno provocato danni a parte della casa. Il 9 gennaio, poi, dramma a Palestrina, dove un’anziana donna è morta alle prime ore del mattino: abitava in una casa di legno: le fiamme sono divampate da una stufetta elettrica che usava per scaldarsi. Il 27 dicembre ad andare a fuoco un appartamento in via Apostolo Zeno, a Montesacro, probabilmente per il mal funzionamento di una presa elettrica.

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