Roma, il consigliere dem, la nobile romana e i legami con il boss della mafia: bufera nel IX Municipio

Roma, il consigliere dem, la nobile romana e i legami con il boss della mafia: bufera nel IX Municipio
di Giuseppe Scarpa
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 07:06

A Roma, il dottore, il boss di Cosa nostra Giuseppe Guttadauro, 73 anni, aveva stretto relazioni importanti con esponenti dei salotti buoni. Politici, come Adriano Burgio, consigliere Pd al IX Municipio, usato come pedina per una mediazione economica milionaria. L'inchiesta che domenica ha portato all'arresto di Guttadauro ha svelato che aveva cercato di risolvere un contenzioso tra una facoltosa romana, Beatrice Sciarra, moglie di un chirurgo docente alla Sapienza, e una banca. A incaricare il mafioso di risolvere il problema era stata proprio la Sciarra che vantava un credito di 16 milioni di euro con un istituto di credito. In cambio del suo intervento il boss aveva pattuito per sé un compenso del 5% della somma che la donna avrebbe incassato.

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LA VICENDA
Guttadauro, emerge dalle intercettazioni, aveva fatto capire chiaramente che sarebbe passato, in caso di esito infruttuoso della sua mediazione, all'azione violenta, incaricando qualcuno di «dare legnate» al soggetto che impediva la transazione, l'ex ministro Mario Baccini. Baccini, a dire di un altro intermediario, assieme all'ex consigliere di Stato Eugenio Mele, avrebbe potuto interferire nella questione pregiudicandone l'esito per la Sciarra.
Guttadauro si diede subito un gran da fare, andando a parlare con diverse persone, fra cui il commercialista Giovanni Armacolas e Burgio (da ieri si è autosospeso dalla carica e dal partito), «che fungeva da mediatore con i dirigenti bancari», ricostruisce la procura di Palermo.

L'esponente dem gli aveva garantito di aver ricevuto la telefonata «di quello della Camera dei deputati... è importantissimo». Così speravano di fare pressioni sulla banca, per favorire la signora Sciarra. Burgio era in ottimi rapporti con Guttadauro: «Poi ti faccio pure le delega - diceva - la delega a tuo figlio per prendere i soldi». Discutevano di alcuni conti correnti in Albania. Guttadauro voleva trasferire all'estero una fetta dei patrimoni: «Non mi devi fare niente per ora - precisava - ti ho chiesto solo se abbiamo la possibilità».


IL DEBITO
Ma era la questione Sciarra che stava a cuore al boss: «La signora si sente minacciata» dalla banca, diceva ancora Guttadauro al politico dem. E spiegava il motivo del suo interessamento: «Non mi interessa la pubblicità... film... non mi interessa niente... io dopo 23 anni di carcere di cui gli ultimi 10 al 41 bis, a me non interessa fare la prima donna... ma per qualche soldo». E precisava di essere anche attento: «Io ho il parente del mio parente il più importante latitante che c'è... il secondo nel mondo... il più importante che c'è in Italia... ma tu perché pensi che mi stanno appresso? Per me?». Il fratello di Guttadauro, Filippo, è il cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro.
Burgio era il nuovo contatto di Guttadauro con la politica: «Questo Armacolas è un professionista, digli all'amico tuo se se lo mette nella lista e vediamo di farlo eleggere.... E abbiamo un altro là». Burgio prospettava qualche problema. Quel giorno, Guttadauro gli rispose: «Se fossimo stati a Palermo ti direi: che ti serve? E te li farei portare a casa».

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