Il furto, avvenuto il sabato prima di Pasqua del 2013, era stato compiuto da ladri incappucciati, armati di ascia e fumogeni, ed aveva coinvolto un antiquario romano, una ricca signora russa e una serie di ricettatori locali per tentare di immettere i preziosi sul mercato clandestino rivolto a facoltosi acquirenti.
Grazie all'intervento del Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ne è stata scongiurata la vendita che li avrebbe certamente condotti, come le indagini hanno consentito di appurare, in Russia. Tre anni di indagini fatte di centinaia di intercettazioni e di decine di perquisizioni hanno permesso il recupero di quasi tutti i gioielli e l'individuazione degli esecutori materiali del furto e dei ricettatori.
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