Roma, giardinieri senza mezzi: uno su quattro è da rottamare. «Così potature al palo»

Roma, giardinieri senza mezzi: uno su quattro è da rottamare. «Così potature al palo»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 16 Dicembre 2019, 08:37

Mentre alberi e rami continuano a venire giù a una frequenza mai vista nella giungla Capitale - nel 2019 è andata ancora peggio del 2018, già annus horribilis degli incidenti, oltre 400 - il battaglione del Servizio Giardini del Comune rischia di restare con le gomme a terra. O con i mezzi talmente vecchi da essere diretti allo sfasciacarrozze. La flotta delle mani di forbice del Campidoglio, già azzoppata di continuo da atti vandalici su cui indaga la magistratura, sconta pure anni di lassismi e mancate manutenzioni. Un'incredibile inerzia che potrebbe «compromettere l'utilizzo dei macchinari stessi», come ha annotato in un documento del 25 novembre scorso, di cui Il Messaggero è in possesso, il neo-direttore del dipartimento Ambiente del Comune di Roma, Guido Calzia. Manager esterno reclutato da Raggi a metà anno, ex comandante della Polizia locale di Alghero, dove subì minacce e intimidazioni, Calzia sta provando a mettere ordine in un settore, quello dei giardinieri comunali, sbalestrato dai tagli (al personale) degli ultimi lustri e anche dalle ruberie e dalle malefatte di alcuni operatori.

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Proprio quest'estate furono denunciati e sospesi per truffa nove dipendenti comunali, accusati in sostanza di trascurare i parchi pubblici per curare i propri affari privati. Gente che timbrava il cartellino e poi sfruttava i camion del Campidoglio come taxi, per fare shopping coi parenti o per consegnare vino a domicilio. I tronchi tagliati durante il servizio venivano rivenduti in nero; gli straordinari pagati dai contribuenti finivano per finanziare turni fantasma, mai avvenuti. C'è perfino chi non si è fatto vedere al lavoro per 2 mesi, ma andava a potare i villini in zona Morena. Insomma il quadro è questo. Situazione difficile. L'assessore al Personale, Antonio De Santis, ha iniziato a invertire la rotta, cominciando ad assumere forze fresche. E Calzia sta cercando di recuperare sul fronte dell'operatività. Ma è una sfida difficile.

Anche perché i mezzi a disposizione, anche quando i giardinieri fanno il proprio dovere, scarseggiano. Per questo il capo del Dipartimento Ambiente ha chiesto di prevedere «vista l'usura dovuta ai chilometri percorsi ed alle mancate manutenzioni e riparazioni nell'ultimo triennio, un servizio di urgenti riparazioni ed eventuali sostituzioni di camere d'aria e pneumatici al fine di non compromettere l'utilizzo dei macchinari stessi». Spiega un operatore comunale: «Molti camion non cambiano le gomme da 5 anni: sono chiaramente usurate, a vista d'occhio. Finalmente ora si interviene, anche perché con la flotta ridotta, interveniamo di meno».
Non tutti i veicoli sono recuperabili. Tra gli 80 e i 90 mezzi (sui 400 a disposizione per il verde pubblico e la protezione civile) dovrebbero essere portati agli sfasciacarrozze a stretto giro di posta.

I tecnici dell'Autoparco comunale stanno già predisponendo un appalto per la rottamazione dei mezzi più datati dell'amministrazione. Non solo camion del Servizio giardini, anche auto della Municipale, vetture di servizio, macchine a disposizione dei dirigenti. Sono ancora in circolazione mezzi che risalgono alla fine degli anni 90, giunta Rutelli. Una fetta cospicua dell'appalto dovrebbe riguardare proprio i mezzi dei giardinieri. Troppo vecchi per essere messi su strada. Camion che già oggi, spesso, rimangono fermi, riducendo la possibilità d'intervento degli operatori. Con un danno, oltre alla beffa: le potature, in questo modo, rallentano, ma il Comune, in attesa della rottamazione, continua a pagare l'assicurazione per veicoli che in realtà restano fermi ai box.
 

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