Roma-Giardinetti, la beffa: tutti assolti gli autisti malati assenti per una “protesta selvaggia”

Roma-Giardinetti, la beffa: tutti assolti gli autisti malati assenti per una “protesta selvaggia”
di Lorenzo De Cicco
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Ottobre 2020, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 07:34

Si può ragionevolmente credere che 37 macchinisti su 43, tutti insieme, abbiano un improvviso problema di salute la stessa mattina? E non una mattina qualsiasi, ma in concomitanza con una protesta (selvaggia) strombazzata ai quattro venti, per giunta, da un'associazione di categoria, con tanto di convocazione d'urgenza da parte del Campidoglio per cercare di conciliare gli animi. Evidentemente no. Eppure per quell'assenza di massa che ha fatto chiudere, il 4 febbraio scorso, la ferrovia di Atac Roma-Giardinetti, che collega Centocelle alla stazione Termini, lasciando a piedi, senza preavviso, decine di migliaia di pendolari, non pagherà nessuno. Né i macchinisti, né chi ha organizzato la rivolta in spregio a qualsiasi norma sul diritto di sciopero.

Roma, Atac e la truffa dei finti certificati per restare a casa: «Non li scrive un medico». Il giallo del timbro di un pediatra arabo

Elezioni Roma, mille autisti Atac ai seggi: saltano corse e controlli

Proprio per fare luce sulla vicenda e trovare i responsabili, non a caso, si era mossa l'Autorità degli scioperi. Che ha avviato un'istruttoria, ha convocato i dirigenti di Atac per chiarire l'accaduto e però, alla fine, non ha potuto far altro che archiviare la pratica. L'istruttoria è stata chiusa perché, si legge nel provvedimento del Garante, «a seguito delle precisazioni fornite dall'azienda, la Commissione ha deliberato per il non luogo a provvedere». Le «precisazioni» sono quelle comunicate dalla municipalizzata il 19 giugno, proprio su richiesta dell'Autorità. Atac ha spiegato che i certificati di malattia forniti dai dipendenti erano formalmente regolari. E che, di conseguenza, anche l'indagine interna della società comunale si era chiusa con un nulla di fatto: niente colpevoli, niente provvedimenti disciplinari. Nemmeno un rimbrotto a voce.
IL SOCCORSO M5S
Del resto dal Campidoglio, già a febbraio, non si erano proprio levati strali contro i conducenti ammutinati (e «ammalati»). Anzi. Mentre la protesta era ancora in corso, con la ferrovia chiusa e migliaia di utenti improvvisamente appiedati, l'assessore ai Trasporti di Virginia Raggi, Pietro Calabrese, già forniva attenuanti ai rivoltosi col certificato medico. «Se 37 dipendenti su 48 si assentano, il problema è serio e non può essere solo una responsabilità dei lavoratori», diceva su Facebook. In realtà la protesta è nata per un timore dei dipendenti, subito smentito sia dall'azienda che dall'amministrazione comunale: con la possibile conversione della ferrovia in tramvia, per i conducenti non ci sarebbe stato nessun taglio allo stipendio, anche se da contratto il salario da tranviere, rispetto a quello da macchinista, è più leggero. Insomma, non c'era motivo d'inscenare la farsa delle malattie di massa e bloccare una linea che trasporta ogni giorno 30mila romani, per 13 ore, dalle 5.30 di mattina alle 6 e quaranta di sera. Proprio negli orari di punta.

Ferrovia Roma Nord: «Ripristinare le corse, ancora dimezzate per il virus». Le richieste dei pendolari

BOOM DI «INFLUENZA»
Eppure, appunto, nessuno riceverà nemmeno un rimprovero per quell'azione scomposta (e illegale). In attesa del prossimo sciopero selvaggio. Resta però la patina del grottesco sulla versione ufficiale, validata dalle varie indagini interne, che cozza con qualsiasi verosimiglianza. Su 43 macchinisti previsti di turno (altri 5 erano di riposo), in 13 si sarebbero improvvisamente sentiti poco bene, un'«influenza» fulminante; altri 15 avevano un referto medico che attestava un malanno dei figli piccoli. Altri 6 hanno sfruttato il congedo della legge 104, che in teoria dovrebbe servire ad assistere parenti invalidi o malati. In tre erano assenti per la «donazione del sangue». E il giorno dopo, incassate le rassicurazioni del Comune, ecco la guarigione di massa: 2 su 3 sono tornati al lavoro. Miracolo a Centocelle.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA