Le automobili dopo esser state rubate, grazie a una manodopera specializzata che si svolgeva tra il capannone del 59enne e l'officina del 41enne, venivano riciclate con la sostituzione delle targhe e di altri elementi identificativi. Anche se con un ruolo secondario, ad aiutare i due era un 42enne nigeriano che lavorava nell'autodemolizione da una decina di anni.
Tra marzo e maggio 2019 almeno 32 veicoli di recente produzione e di rilevante valore commerciale (tra cui Bmw, Audi, Mercedes) rubate quasi esclusivamente a Roma sono state riciclate.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti la media era di un veicolo al giorno avviato al riciclaggio subito dopo esser stato rubato. L'inchiesta, aperta dai carabinieri della stazione di Capena, è iniziata dopo l'arresto nell'aprile del 2019 di due uomini sorpresi a smontare due veicoli rubati all'interno di un capannone in via Le Cese. Una ulteriore perquisizione nello stesso capannone, in una data successiva, aveva permesso di accertare che il riciclaggio non si era fermato: infatti, in quell'occasione, i militari avevano sequestrato 3 veicoli rubati, 29 blocchi motore sottratti ad altrettante auto e diversi materiali quali targhe, carte di circolazione e telecomandi, attrezzatura professionale per lo smontaggio dei veicoli. Da allora le indagini sono andate avanti fino agli arresti di oggi.
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