Roma, negozi chiusi in centro, da Feltrinelli allo storico alimentari Franchi: la crisi fa paura

Turismo mordi e fuggi, spopolamento, crisi post-Covid: sparisce l’artigianato di qualità

Roma, negozi chiusi in centro, da Feltrinelli allo storico alimentari Franchi: la crisi fa paura
di Fabio Rossi
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Martedì 31 Maggio 2022, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 08:07

Serrande abbassate definitivamente in via Nazionale, via del Corso, via Frattina, persino nelle strade a maggiore vocazione commerciale di Prati. Il centro storico, anche dopo le restrizioni della pandemia, vive una forte crisi nel suo settore storicamente più vitale: a essere colpite, ora, non sono soltanto le botteghe storiche, ma anche negozi e punti vendita di brand molto noti. L'ultimo caso, quello della libreria Feltrinelli nella galleria Alberto Sordi - che sarà chiusa al pubblico almeno per 10 mesi a causa di lavori di ristrutturazione, in attesa di valutare gli sviluppi - è solo la punta dell'iceberg di un fenomeno che continua a falcidiare il tessuto commerciale nel cuore della Città eterna. Anche ora che i turisti stanno tornando a Roma e che lo smart working si sta progressivamente riducendo, da queste parti la ripresa non ha ancora innestato la marcia giusta. Le cause? Affitti troppo alti, turismo mordi e fuggi, spopolamento. Il problema «ha tanti risvolti che riguardano le politiche urbanistiche, il patrimonio, avere politiche che aiutino anche a portare abitanti e giovani nel centro», argomenta il sindaco Roberto Gualtieri.


LA SITUAZIONE
Per rendersi conto delle difficoltà del settore basta farsi un giro per arterie come via Nazionale, corso Vittorio, o all'interno della stessa galleria di piazza Colonna.

Persino le strade dello shopping nei dintorni di piazza di Spagna presentano diverse saracinesche stabilmente chiuse, per non parlare dell'artigianato di qualità. L'allarme arriva in primis dai residenti: «Stanno chiudendo continuamente tante botteghe di vicinato - sottolinea Viviana Di Capua, presidente dell'Associazione abitanti centro storico - Spesso sostituite dalla solita sfilza di localini ed esercizi del mangia e bevi, a discapito della qualità dell'offerta commerciale e della vivibilità dei rioni». Quelle rimaste, «cerchiamo di tenercele strette e di aiutarle - aggiunge Di Capua - dandogli lavoro e quindi una possibilità».

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IL TOUR
Oltre a Feltrinelli, in questo periodo sta chiudendo i battenti anche Brighenti, il negozio di intimo aperto in via Frattina dal 1953. Di recente la scure della crisi ha colpito Franchi, lo storico negozio di alta eno-gastronomia e rosticceria di via Cola di Rienzo, attivo da quasi un secolo. A poca distanza, ma prima della pandemia, lo stop definitivo era toccato alla storica alimentari dei fratelli Mattei. In via dei Cestari, tra il Pantheon e Torre Argentina, gli storici negozi di arte sacra vengono progressivamente sostituiti da altre tipologie commerciali.


LE PROSPETTIVE
«Nonostante le evidenti difficoltà, il costo delle locazioni non sembra diminuire - osserva Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma - Certamente in un clima di ripresa arriveranno alcuni marchi internazionali, ma si rischia di perdere l'originalità e la qualità dell'offerta commerciale romana». Quindi, sostiene Guasco, «bisogna aiutare i negozi storici, applicando e finanziando la legge regionale che li riguarda». Il panorama commerciale all'interno delle Mura Aureliane, insomma, è ancora all'insegna delle grandi difficoltà. «La situazione è desolante, con tanti negozi chiusi definitivamente da via Nazionale, via Frattina - spiega Valter Giammaria, presidente di Confesercenti Roma - Segno che ci sono ancora difficoltà anche dopo la pandemia. La situazione è migliorata, ma non siamo ancora fuori dal tunnel». I residenti, però, puntano il dito anche contro tavolini all'aperto e dehors: «Le occupazioni di suolo pubblico non possono stare sulle pedane per i disabili, non possono derogare al Codice della strada - dice la leader dell'Associazione abitanti centro storico - Si deve avere la logica che il Centro e le sue strade e piazze debbano essere fruibili per tutti».

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