Roma, allarme farmacie notturne: sono dimezzate e ne restano solo 35

Con gli orari liberalizzati i presidi diurni chiudono alle 22,30: «Non ci conviene più restare aperti»

Roma, allarme farmacie notturne: sono dimezzate e ne restano solo 35
di Giampiero Valenza
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Sabato 10 Settembre 2022, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 14:03

Sono le tre di notte. E serve una farmacia, urgentemente. A Roma non è per colpa del buio se non se ne trova una facilmente. Fino al 2013 le notturne erano 70. Ora, invece, sono dimezzate: 35. Precisamente la metà. L’allarme lo lancia Federfarma Roma che è preoccupata sul dimezzamento dei presìdi aperti durante le ore piccole. Il risultato è che chi ha bisogno di un medicinale di notte si deve mettere alla ricerca della farmacia quasi come fosse un miraggio. Eppure, di punti per l’acquisto dei medicinali non ce ne sono pochi: tra Roma e Provincia quelli aperti sono circa 1.100. Numeri che danno la misura di come le strutture che potrebbero dare la loro disponibilità ce ne sono eccome (una norma regionale impone infatti una “guardia farmaceutica” per ogni Asl che si attiverebbe qualora non dovessero esserci scelte volontarie in grado di coprire i diversi territori della città). 


LA LIBERALIZZAZIONE


«La principale responsabilità è nella liberalizzazione degli orari che ha creato difficoltà a tutte quelle farmacie che facevano orario notturno - spiega Andrea Cicconetti, presidente dell’organizzazione provinciale - Le farmacie che prima erano aperte solo durante il giorno ora hanno allungato il loro orario fino alle 22.30, rosicchiando così gran parte del fatturato delle notturne perché nelle ore successive l’afflusso dei clienti diminuisce drasticamente». Indicativamente, dalle 23 alle 7 del mattino, i farmacisti segnalano come al massimo arrivi una decina di clienti. Nel corso di questi ultimi anni diversi titolari degli esercizi hanno scelto di chiudere la notte proprio per questa ragione: non è più remunerativo restare aperti h24 così sì preferisce dispensare i farmaci in un orario che, sicuramente, prevede un maggior afflusso di clientela. «Si tratta di un settore protetto, delicato, al servizio del cittadino: gli effetti della liberalizzazione sono stati pesanti su tutta la categoria - prosegue Cicconetti - Ci sono costi di personale, di energia elettrica, di sicurezza, che se non si riescono ad ammortizzare». Fabrizio Squarti è il titolare di una farmacia su via Casilina, a Giardinetti, immediatamente dopo il Grande raccordo anulare. Lui, sottolinea: «A causare la mancanza di personale anche il numero chiuso delle facoltà universitarie. Faccio il servizio notturno ormai da 23 anni: non chiudiamo mai, siamo come un’ospedale. Vengono qui anche da Frascati perché sanno che possono trovare il servizio sempre aperto».

Anche per lui la liberalizzazione degli orari è stata un po’ una mazzata per la categoria. «Prima tutto era regolato da una norma che vincolava a orari precisi: dovevamo chiudere in estate alle 20 e in inverno alle 19.30. Con la situazione attuale molti hanno deciso di togliere il servizio. Non ci possiamo permettere di andare in perdita».

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