Roma, Expo 2030: presentata a Parigi la candidatura della Capitale. Si punta su cultura, ambiente e digitale

La Capitale ha presentato la propria candidatura. Massolo: abbiamo una tradizione di apertura, inclusione e universalismo

Cultura, green e digitale: la città cala il suo tris. Ieri a Parigi la corsa per l'assegnazione a Expo
di Francesco Pacifico
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 00:01

dal nostro inviato PARIGI Da Parigi torna a Roma più ottimista la squadra di diplomatici e progettisti che sta lavorando per portare nella Capitale l’Expo nel 2030. Ieri, nella sede del Bie (il Bureau International des Expositions, che sovraintende alla manifestazione) è entrata nel vivo la corsa per l’assegnazione dell’evento: i tre Paesi in lizza - oltre all’Italia ci sono la Corea del Sud con Busan e l’Arabia Saudita con Riad, mentre è congelata la candidatura dell’Ucraina con Odessa per la situazione bellica - hanno presentato ufficialmente in una finestra di venti minuti il tema scelto per la manifestazione (“Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”, quello di Roma). È stata una tappa intermedia, visto che a settembre si depositano i progetti per opere e padiglioni, mentre l’assegnazione sarà comunicata nel novembre del 2023. Eppure sono arrivati i primi segnali per comprendere gli equilibri in campo, ribaltando una situazione che neppure una settimana fa vedeva Roma ferma a sei voti e Riad già con venti consensi consolidati. Senza dimenticare che il Regno del Medioriente ha dalla sua petroldollari e un progetto politico che vede nell’Expo una tappa per un riconoscimento al nuovo corso della monarchia saudita, mentre i coreani hanno messo in campo tutti i loro giganti high tech.


LA STRATEGIA


Invece ieri, complici gli errori dei concorrenti, la Capitale ha incassato un inaspettato successo. Stando a quello che trapela dal comitato organizzatore guidato dall’ambasciatore Giampiero Massolo, nel raccontare il tema incentrato sulla rigenerazione, ha pagato presso il Bie la strategia comunicativa del Belpaese. Roma, per una volta, ha preferito mettere in secondo piano il suo immenso patrimonio naturale e artistico e puntare tutto sulla sua capacità di reinventarsi e di offrire dall’antichità in poi al mondo modelli di sviluppo sostenibile. Soprattutto al centro della sua candidatura c’è la richiesta a tutti i Paesi del Bureau di partecipare con idee e contributi alla realizzazione dell’evento che si terrà a Tor Vergata.


Non a caso nel video che ha aperto i venti minuti, tra una citazione del Santo Padre e un’altra di Nelson Mandela, sono protagonisti una Roma crocevia di interessi e scambi con i cinque continenti. Eppoi slogan in questa direzione come «Roma porta del mondo»; «Roma città dei desideri»; Roma fucina di cultura, scienza e tecnologia, perché nella Città eterna «promuoviamo l’innovazione per migliorare il mondo».


GLI AUTOGOL


Autogol invece da Busan e Riad. Entrambe le città, a differenza del mandato della giornata, non si sono soffermate sul claim, sul tema del loro Expo. I coreani - oltre a mandare a Parigi il loro premier e il sindaco di Busan - hanno focalizzato la loro comunicazione sulle alte capacità tecnologiche, che hanno fornito ai mercati di tutto il mondo. I sauditi, invece, avrebbero generato un certo imbarazzo perché hanno fatto intervenire sul palco due donne, che hanno a dir poco sottovalutato la questione femminile nel loro Paese. Oltre a magnificare le proprie bellezze naturalistiche.
Quasi degli spot turistici, mentre Roma ha centrato il tema, come dimostrano gli apprezzamenti delle delegazioni del Nordeuropa.
Nel suo intervento l’ambasciatore Giampiero Massolo, ha spiegato: «“Persone e territori: rigenerazione urbana, inclusione e innovazione”, il tema da noi scelto si basa sulla necessità di rigenerare i territori in cui viviamo alla luce delle transizioni verde e digitale.

Roma ha ripensato e reinventato sé stessa nel corso della sua storia: ha una tradizione di apertura, universalismo, inclusione e policentrismo». Senza dimenticare lo spirito internazionale della Caput Mundi: «Roma non è solo storia: è una città che affonda le radici nel suo glorioso passato, ma che è aperta e rivolta al mondo».

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