Roma, il mistero della donna che vive in un auto ai Parioli da 4 giorni: cosa le è successo?

Roma, il mistero della donna che vive in un auto ai Parioli da 4 giorni: cosa le è successo?
di Lorena Loiacono
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Sabato 15 Maggio 2021, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 17:40

È un mistero quello che avvolge la donna chiusa in una Smart su piazza Buenos Aires a Roma: è ferma lì, nello stesso punto, da martedì mattina. E' arrivata probabilmente all'alba, ha accostato l'auto davanti ad un portone e si è fermata lì. Poco dopo qualcuno le ha fatto notare che bloccava il traffico e lei, senza rispondere, ha sistemato l'auto qualche metro più in là. E così è rimasta. Immobile, seduta sul sedile di guida da 4 giorni, senza scendere mai per mangiare o bere.

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«Ogni tanto qualcuno si avvicina - raccontano i commercianti sulla piazza nel cuore dei Parioli - ma lei non parla con nessuno.

Non abbassa neanche il finestrino. Le abbiamo portato l'acqua e qualche tramezzino, ma poi ha smesso anche di prendere cibo. Siamo preoccupati, temiamo che possa star male».

La donna infatti non lascia avvicinare nessuno, resta chiusa all'interno, non abbassa mai il finestrino e ogni tanto fuma una sigaretta. Se qualcuno prova ad avvicinarsi, lei semplicemente si gira dall'altra parte. L'allarme sta dilagando nel quartiere e ieri mattina, giovedì 13 maggio, sono intervenute le forze dell'ordine. «Abbiamo lanciato l'allarme - racconta un esercente - sono arrivati carabinieri e polizia, un'ambulanza e i vigili del fuoco. Ma lei resta ancora lì. Ha tutti i documenti in regola, dal libretto dell'auto all'assicurazione».

La Smart, targata Macerata, è in ordine. Le forze dell'ordine hanno verificato che la signora all'interno non ha alcun precedente e non dà in escandescenza. Quindi, trattandosi comunque di un disagio sociale, è stata allertata anche la sala operativa sociale del Campidoglio, che, insieme al municipio 2, sta monitorando costantemente la situazione per seguire il caso con le accortezze necessarie. «Non possiamo aspettare oltre - insistono i negozianti, allertati anche da un gruppo di residenti - chiameremo i servizi sociali. Non possiamo lasciare che resti lì, potrebbe sentirsi male. Che cosa stiamo aspettando?»

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