Roma, favela con vista San Pietro: panni stesi, rifiuti e bivacchi

Roma, favela con vista San Pietro: panni stesi, rifiuti e bivacchi
di Raffaella Troili
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Martedì 7 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 14:37

San Pietro terra di nessuno, anzi di clochard e sbandati. In mancanza di turisti, la fanno da padroni allargandosi e prendendo iniziative sempre più invadenti. Il sabato prima dell’Angelus quando su via della Conciliazione vengono montati i nastri per la cerimonia del giorno dopo scatta il bucato, come si vede dalle foto che ha fatto davanti al suo negozio Ilaria Bussiglieri dell’Associazione residenti e commercianti di San Pietro.

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Panni stesi all’ombra del Cupolone, una scena a dir poco surreale, a pochi metri dal cuore della Cristianità. Il fatto, segnalano commercianti e residenti, è che «in mancanza dei flussi di turisti, i presidi delle forze dell’ordine sono diminuiti a eccezione appunto solo della domenica».

«Senza fissa dimora, sbandati, ubriachi, fanno tutto e di più: il bidet nella fontanella davanti all’hotel Columbus dove dopo pochi minuti magari una famigliola passa e riempie la bottiglietta d’acqua». Non essendoci controlli e con poco movimento in giro, si sentono liberi e spregiudicati. Pochi giorni fa Ilaria Bussiglieri è stata aggredita a suon di calci mentre spazzava fuori al suo negozio in via della Conciliazione, mentre una donna minacciata da un parcheggiatore abusivo nei pressi del Santo Spirito (se non paghi si cala i pantaloni) si è chiusa in auto e ha chiamato i carabinieri. Tutti segnali di un livello di attenzione calato, dal momento che la zona così vuota è irriconoscibile. «Quel che chiediamo è una maggiore attenzione da parte di tutti, dalla gendarmeria alle forze dell’ordine, che non passano più come una volta».
 



Una corte dei miracoli per lo più innocua che però sta cambiando il volto della zona. I residenti ci tengono a non passare per chi non vuole accoglierli ma sottolineano che «più che decoro, tanto ci eravamo abituati, è un problema di sicurezza». Senza turisti l’area è abbandonata a se stessa. «È vero c’è meno flusso ma è pur sempre un’area di pregio. Questi sbandati, ubriachi, entrano nei ristoranti, ti si buttano addosso senza che stiano adottando alcune delle misure di sicurezza - mascherine, lavaggi frequenti - che invece usiamo noi». Anche questo rischia di diventare un problema. Sotto i portici i cartoni accatastati danno l’idea anche di giorno di come la notte, il bivacco sia ormai una consuetudine. «Il Papa li ha aiutati tanto, ma credo che a molti di loro piaccia proprio la strada». 

SCENE FUORI CONTROLLO
La situazione è talmente degenerata che domenica scorsa sotto i propilei all’altezza della Sala Stampa vaticana mentre il Papa celebrava l’Angelus un uomo urinava in un angolo indisturbato. Molte pozze testimoniano come i bisogni si facciano nei pressi dei portici, anche i giardini a ridosso di Porta Cavalleggeri sono un raduno stabile, come dall’altro lato del tunnel sotto la rampa, dove il bivacco è ben noto. Scene al limite del decoro pure dal lato di passetto di Borgo, dietro le stanze del Papa, dove panni sono stesi anche sulle transenne e con tavolo, sedie, bacinella e vario ciarpame una signora ha scelto di vivere lì. 

«Ci abbiamo sempre convissuto, ma ora che l’area è deserta si stanno creando problemi di sicurezza perché alcuni sono ubriachi e fastidiosi e vanno oltre le righe, però nessuno li allontana più, come pure i presidi non si vedono più».
Da qui l’allarme dei residenti, «chiediamo una stretta, ancor più ripeto che non rispettano nessuna norma sanitaria e igienica, nessuna protezione. Noi stiamo facendo un grande sforzo per aprire i negozi, tenere in vita la strada in questo periodo difficile. Prima o poi gli stranieri torneranno... e che troveranno? Aiutateci a tenere sotto controllo la zona, prima che la situazione sfugga di mano».

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