Roma, monumenti nel degrado dopo l'emergenza, erba alta sul selciato anche in Campidglio

L'erba tra i sampietrini a piazza Navona
di Stefania Piras
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Sabato 30 Maggio 2020, 11:31

I barbieri hanno aperto i battenti già da un bel po’, con somma felicità di chi ha conservato a fatica le tracce ispide e selvatiche della quarantena. Il servizio estetico, e igienico, per la Capitale invece fatica a ripartire. A Roma la barba cresce imperterrita trasformando i luoghi simbolo della Città Eterna in appezzamenti da aperta campagna. Erba alta finanche al Campidoglio, alla Bocca della Verità, a Porta Maggiore. E pure a piazza Navona il verde non rasato da settimane sovrasta i sampietrini di uno dei luoghi che milioni di turisti, nonostante tutto, sognano di poter visitare.



Va così. Passeggiata in centro, scalinata dell’Ara Coeli: le foto mostrano le spighe biondissime alte anche più di un metro. Contrasto fortissimo con quelle fioriere appena messe proprio in un’altra scalinata adiacente, quella che porta al colle capitolino dove il Marco Aurelio a cavallo sembra porgere il braccio più che per una visione lungimirante dell’Impero, per una richiesta di aiuto: «Passatemi una motosega». Insomma sotto casa, istituzionale, della sindaca Raggi il verde non curato è lampante e imbarazzante alla vista. Segno tangibile di un degrado che se non si interviene è capace di prendersi i monumenti più belli.
Alle pendici del colle sorge infatti anche la statua in bronzo di Cola Di Rienzo, proprio alla sinistra della cordonata michelangiolesca. Uno dei personaggi più importanti del tardo medioevo e di tutta la storia romana. Anche lui, è immortalato con un braccio teso verso l’alto nell’atto di arringare al popolo mentre l’altro impugna la spada. Il percorso che porta alla statua e costeggia la scalinata poi è proprio ridotto a una giungla: qui le piante sono cresciute talmente tanto che chi si deciderà a venire e fare manutenzione al prato dovrà attivare un’operazione di disboscamento e bonifica prima di arrivare a tagliare le spighe che minacciano Cola di Rienzo e il decoro di tutta la piazza che ospita la sede istituzionale dell’amministrazione capitolina.
A piazza Navona, dopo la pioggia temporalesca di ieri, si sente anche l’odore dell’erba, bagnata. Il perimetro dei sampietrini è orlato di ciuffetti verdi e pagliericcio: una sfida continua finchè non il Dipartimento Ambiente non passerà a “fare la barba” anche alla celebre piazza. 

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A Porta Maggiore gli scorci sono propri della campagna: erba alta, incolta, secca. E come se ci si trovasse di fronte a un maggese che aspetta di tornare a essere fecondo: le aree attorno al monumento, che è anche punto di riferimento urbano, varco d’accesso a Roma est e pure importante snodo di scambio di autobus e tram, rimangono abbandonate, incolte e quindi anche pericolose per i cumuli di rifiuti lasciati tra le spighe-pettine di questa Roma barbuta e abbrutita dalla quarantena, d’accordo, ma anche soprattutto dall’incuria. C’è chi incrocia anche animali e insetti in mezzo alle erbacce. E di punture di insetti, in questo momento, non se ne sentiva proprio il bisogno. 

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