Cremazioni, via la tassa per chi va fuori Roma: «Così tagliamo i tempi»

Le commissioni capitoline approvano la delibera che annulla il contributo da 218 euro: si punta ad accorciare le liste d'attesa

Cremazioni, via la tassa per chi va fuori Roma: «Così tagliamo i tempi»
di Fabio Rossi
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Mercoledì 25 Maggio 2022, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 08:42

In attesa di ridurre a proporzioni ragionevoli i tempi di attesa per poter cremare un familiare defunto a Roma, a breve ci si potrà rivolgere altrove, senza dover pagare il contributo di 218 euro che viene richiesto da decenni a chi decide di spostarsi in un comune diverso. Ieri le commissioni capitoline Ambiente e Bilancio, in seduta congiunta, hanno espresso il parere favorevole sulla proposta di delibera che prevede l'eliminazione della tassa. Ora il provvedimento può approdare in assemblea capitolina, per l'approvazione definitiva. La cancellazione del balzello vede peraltro favorevole anche l'Ama, alle prese con il tentativo di velocizzare le operazioni al cimitero Flaminio dopo gli enormi disagi registratisi negli ultimi mesi, con liste d'attesa anche superiori al mese e 1.300 salme ferme nei depositi. E lo stop alla tassa per chi porta a fare cremare i defunti lontani dalla Capitale potrebbe dare una mano anche in questo senso. L'obiettivo del Campidoglio è di svuotare progressivamente i depositi di Prima Porta, prima che l'aumento estivo delle temperature (già registrato in questi ultimi giorni) possa creare una nuova emergenza sanitaria, come è già accaduto lo scorso anno.

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LA SITUAZIONE
A Prima Porta, intanto, si tenta di risalire la china.

Il problema nasce dal fatto che numero di cremazioni richieste nella Capitale si è moltiplicato nel giro di due decadi: dalle 3.711 del 2001 si è passati alle 16 mila dell'ultimo anno, su circa 30 mila morti totali, ossia più del 50 per cento. Poi ci sono gli intoppi burocratici. Gran parte dei ritardi, secondo i rappresentanti delle 500 imprese laziali del settore, sarebbero infatti legati al contratto di servizio tra Ama e il Campidoglio, che non permette il passaggio diretto tra la famiglia e l'ufficiale di Stato civile per ottenere l'autorizzazione: la domanda va presentata all'Ama, che a sua volta la rivolge all'ufficiale di Stato civile, il quale la rimanda indietro alla municipalizzata per il via libera alle imprese funebri. A questo si aggiunge l'insufficienza dei forni disponibili, per colmare le quali il Campidoglio ha recentemente stanziato tre milioni di euro, per aprire tre nuove linee a Prima Porta.


LE CIFRE
Nonostante le difficoltà, l'Ama vede il bicchiere mezzo pieno. Da gennaio ad aprile di quest'anno, infatti, sono state effettuate complessivamente 6.029 cremazioni: 378 in più rispetto a quelle svolte nei primi quattro mesi del 2021. «Tutto ciò in contemporanea a un fitto e articolato piano di interventi di manutenzione, di carattere ordinario e straordinario - ha sottolineato in una nota l'azienda di via Calderon de la Barca - In particolare, da gennaio sono in corso le necessarie attività di manutenzione del crematorio al Flaminio, che si concentrano su una singola linea per volta, in modo da assicurare sempre la regolarità del servizio. Le operazioni si concluderanno, come da cronoprogramma, entro l'estate». Il piano di riorganizzazione dei cimiteri capitolini, secondo la municipalizzata, «prevede, oltre alle attività di risanamento del crematorio, ulteriori interventi tesi ad assicurare decoro e fruibilità a tutti i cimiteri della città».

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