Roma, abusi su tre minorenni: arrestato un colonnello dell'esercito. «Si faceva chiamare "zio"»

Roma, abusi su tre minori: arrestato un colonello. «Si faceva chiamare "zio"»
di Adelaide Pierucci
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Domenica 21 Marzo 2021, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 01:22

Il comportamento di uno zio. Uno ‘’zio’’ autorevole, con i gradi da alto ufficiale, l’auto sportiva, pronto a prestarsi come aiuto compiti, a dare un passaggio al campetto e in palestra, e persino ad ospitare nella sua casa. Un colonnello dell’esercito avrebbe nascosto dietro l’autorevolezza del suo lavoro e un atteggiamento sempre bonario, il tentativo di abusare adolescenti tra i 13 e i 14 anni figli di conoscenti.

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LA MICROSPIA
A mettere fine alle molestie l’arresto in flagranza per violenza sessuale eseguito nei giorni scorsi dagli uomini della Mobile che lo monitoravano.

Una microspia piazzata nell’auto aveva registrato le carezze su un minorenne, che non era suo figlio, e nemmeno un nipote. 

Le famiglie si fidavano ciecamente dell’amico colonnello, romano, 55enne, residente a Trastevere. I figli, invece, una volta subite le attenzioni dell’ufficiale, preferivano restare in silenzio, terrorizzati dal timore di ritorsioni contro i genitori. «Ha la pistola», ha rivelato poi un ragazzino ascoltato in audizione protetta.«Avevo paura per mamma e papà». 

L’alto ufficiale, che era finito già indagato e poi prosciolto nell’ambito di ‘’Fiori nel fango’’ una inchiesta su un vasto giro di pedofilia che sfruttava in città bimbi rom, in realtà era sempre rassicurante e mai maldestro nei modi. Anzi aveva ideato anche una modalità d’approccio insospettabile. 

L’ACCUSA


Sottoponeva i ragazzini – le contestazioni riguardano tre casi – alla prova della postura. Schiena dritta e muscoli contratti. Per accertarsene poi avrebbe allungato le mani dilungandosi in carezze inopportune. 
Un’altra tecnica riguardava l’accertamento sulla crescita. Il colonnello è ora recluso in un carcere militare. Il gip Claudio Carini che ha poi firmato la misura cautelare dell’ufficiale, richiesta dal sostituto procuratore Daniela Cento, ha puntato a escludere la ripetizione del reato. La spiccata personalità del colonnello, infatti, sembrava non avere freni inibitori. Gli investigatori della IV Sezione della Squadra Mobile lo avevano notato sostare e fare ripetuti giri in luoghi abitualmente frequentati da ragazzini, come il McDonald’s di piazza di Spagna oppure a piedi in piazza del Popolo.

L’ufficiale in alcuni casi si lasciava chiamare zio. E solo ottenuta prima la fiducia dei loro genitori e poi la complicità dei minori assumeva quegli atteggiamenti sconvenienti che mascherava in sprazzi maliziosi. I toccamenti in chiave sessuale si sarebbero verificati in un caso anche durante un trasferta per motivi sportivi o in spiaggia in occasione di una vacanza. A denunciare il caso una coppia dei genitori insospettiti da una bugia del colonnello che aveva riaccompagnato in ritardo il figlio. Dalle chat era emerso il consiglio dell’uomo di dire una menzogna ai genitori. 
 

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