Nove clochard uccisi dal freddo: «Ma nei ricoveri 100 posti vuoti»

Nove clochard uccisi dal freddo: «Ma nei ricoveri 100 posti vuoti»
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 16 Gennaio 2019, 09:02

Nel parco della Resistenza, all'ombra della piramide di Caio Cestio, l'hanno trovato ieri mattina presto, Nicolae, sotto le coperte che non potevano proteggerlo dal gelo di gennaio, qualche bottiglia di alcol tutt'intorno, forse con la speranza che bastasse per superare la nottata. Non è bastato. È il nono senzatetto che ha perso la vita nella Capitale da quando la temperatura s'è abbassata, il terzo in una settimana. Quasi tutti hanno trovato la morte in un parco, o su un argine del Tevere, lontano dai ricoveri allestiti dal Campidoglio e da altre associazioni. Eppure proprio in queste strutture, secondo i numeri dell'amministrazione comunale, sarebbero liberi quasi 100 posti letto, ancora ieri notte. «La verità è che molti clochard rifiutano il nostro aiuto», spiega un operatore della Sala Sociale. «Molti preferiscono arrangiarsi da soli». Col rischio di sottovalutarne le insidie, specie in queste settimane, col termometro che di notte scivola vicino allo zero.

GLI EPISODI
Raccontano sempre dagli uffici delle politiche sociali di Palazzo Senatorio, che aveva rigettato l'assistenza comunale il senzatetto trovato morto il 29 novembre scorso su un marciapiede in via dello Scalo di San Lorenzo. «Eravamo passati da lui solo poche ore prima...». Lo stesso avrebbe fatto il clochard che si è spento nel parco di piazza Lorenzo Lotto, a Tor Marancia, il 2 gennaio (il primo caso del 2019) e quello rinvenuto l'altro ieri nel giardino alle spalle di un'edicola, a piazza Irnerio, a due passi dalla stazione Cornelia della metropolitana.

ALL'APERTO
«Qualcuno prova a passare la notte nelle sale d'aspetto dei pronto soccorso, altri cercano riparo intorno a San Pietro», racconta chi assiste i senza fissa dimora. Ma non per tutti è così. «Alcuni vogliono restare nei posti di sempre, quelli dove trascorrono le giornate tutto l'anno. Anche con queste gelate». Nonostante i pericoli.

LE POLEMICHE
Il piano freddo del Campidoglio, partito a dicembre, in teoria offre agli homeless 1.661 posti letto, un sistema «a fisarmonica che consente di estendere ogni giorno la disponibilità presso le strutture romane, attivando nuovi posti sulla base della necessità», come ha spiegato anche ieri l'assessore comunale al Welfare, Laura Baldassarre.
Ma non è bastato a placare le polemiche di alcune organizzazioni benefiche. A partire dalla Caritas, con cui la giunta grillina, a fatica, era appena riuscita a ricucire lo strappo per la gestione delle monetine di Fontana di Trevi, prima tolte e poi riassegnate all'ente diocesano. «È un'umiliazione, è inaccettabile che ci possano essere a Roma ancora situazioni simili», ha dichiarato alle agenzie stampa, appena saputo dell'ultima vittima, il direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus. «Noi facciamo uno sforzo in più, chiediamo a tutti uno sforzo in più», la stoccata. La Croce Rossa ha parlato di «un'emergenza» che richiede «soluzioni urgenti», mentre a sentire il Centro Astalli si tratterebbe di «9 morti per mancanza di ripari e assistenza, non per il freddo».

LETTI VUOTI
In realtà, come detto, in Comune hanno contato quasi 100 posti liberi su 1.600, solo nelle ultime 24 ore. Certo, l'amministrazione sa che l'offerta va ampliata, considerando che i senza fissa dimora, a Roma, sono più di 8mila, secondo i dati della Comunità di Sant'Egidio. Ecco perché è stata avviata un'indagine di mercato per trovare altre strutture da destinare all'«accoglienza straordinaria di persone in condizioni di marginalità sociale», luoghi-rifugio per affrontare l'inverno nei prossimi tre anni.

 
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