Cimitero Laurentino pieno, le tombe sprofondano per l'incuria: tra i loculi danneggiati quello di Schicchi

Trigoria, cimitero pieno e le tombe sprofondano per l'incuria: tra i loculi danneggiati quello di Riccardo Schicchi
di Alessia Marani
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 00:23

Sprofondano persino le tombe al cimitero Laurentino. L’ultima quella del regista e manager del porno Riccardo Schicchi, sepolto nel campo 10 bis dove le piogge dei giorni scorsi hanno letteralmente “mangiato” la terra argillosa danneggiando pesantemente la cassa e l’impalco in marmo. Non è l’unica. Tutta una schiera di sepolcri si è curvata, i lastroni divelti. Uno sfregio oltre la morte. Ai familiari dell’imprenditore, scomparso nel 2012, così come a tutti gli altri Ama, la municipalizzata che gestisce il camposanto per conto del Comune, ieri ha riferito che al ristoro dovranno pensarci loro perché si tratta di proprietà private. Poco conta che l’area della collinetta necessiterebbe di lavori di consolidamento. Del resto, non sono le uniche opere che latitano a Trigoria nonostante i due contratti di servizio di Ama con il Campidoglio, l’ultimo rinnovato nel 2018.

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Le incompiute

E tra le poche eseguite negli anni più recenti (il cimitero è stato aperto nel 2002 ma ci sono ancora strade sterrate, mancano percorsi pedonali e al posto delle fontane ci sono tubi di cantiere) spiccano i 450 loculi per ossari indisponibili e transennati perché mal progettati: li hanno realizzati in altezza, in curva, con una pendenza pericolosissima per l’utilizzo delle scale da parte dei visitatori. Così sono tutti da rifare. Il Dipartimento Ambiente ha stanziato nuovi fondi per le correzioni, 31mila euro messi in bilancio per il 2020, indicando come stazione appaltante la stessa Ama. Ma l’anno sta per finire e anche quei soldi rischiano di rimanere inutilizzati o di finire chissà dove. Intanto, ai piedi dell’incompiuta cresce indisturbato un alberello. Di fronte c’è un ampio spazio incolto: fin dal 2015 era atteso l’edificio gemello del Blocco E, con migliaia di altri posti per i resti dei cari estinti. Invece, niente. Adesso, sarà il Comune, secondo il nuovo contratto di servizio, a doversene fare carico, di tasca propria. Ma come è possibile che dopo soli 18 anni, il cimitero di Roma Sud, che serve i bacini dei municipi VIII, IX, X e XI, per cui il grande Alberto Sordi donò i suoi terreni, sia già esaurito? Cittadini e fiorai già nel 2018 raccolsero 1500 firme per mettere in guarda il Comune dalla «situazione paradossale e inaccettabile» che avrebbe presto portato ai tempi e disagi ante-2002.

Da una parte l’ampliamento resta al palo, persino quello nella porzione di terreno comunale ceduta «temporaneamente» nel 2007 al municipio, mentre le estumulazioni non procedono al ritmo in cui dovrebbero. Dopo dieci anni a terra, i resti vengono esumati e posti negli ossari privati per volontà dei parenti o nell’ossario comune (anche questo mai realizzato). Inoltre secondo una direttiva interna, a Trigoria, quei resti possono rimanere “parcheggiati” per ben 2 anni, tanto che i container sono saturi di cassette di metallo fin sopra le finestre.

Il danno erariale

Una consuetudine che, oltre a paralizzare il ricambio, rischia di creare un danno erariale al Comune che nel frattempo non incassa i corrispettivi. Da settembre, dunque, chi pensava di potere seppellire qui un parente o di ricongiungere i familiari ha di fronte delle scelte obbligate: optare per Prima Porta (lontanissimo, si pensi a chi risiede a Ostia), cremare il defunto così l’urna può essere portata a casa o inserita in un fornetto già esistente (ed ecco che vanno in tilt anche i forni crematori del Flaminio, già oberati causa Covid), infine, rivolgersi ai cimiteri comunali vicini aperti ai privati: come a Fiumicino e ad Ardea.

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