Case popolari di Roma, Ater, Comune e Regione: mai più ai clan

Il fenomeno degli alloggi che restano vuote per paura della criminalità

Case popolari di Roma, Ater, Comune e Regione: mai più ai clan
di Fabio Rossi
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Giovedì 24 Febbraio 2022, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 18:02

«Basta con le case popolari in mano ai clan». Dopo gli ultimi sgomberi a Tor Bella Monaca e San Basilio, Campidoglio e Regione Lazio puntano ora a un cambio di passo su questo fronte, a difesa della legalità e dei legittimi assegnatari degli appartamenti di edilizia residenziale pubblica, partendo dalla rinascita, economica e sociale, dei quartieri interessati. Inquilini che, spesso, rinunciano a prendere possesso degli alloggi a cui hanno diritto, per paura delle minacce e dei ritorsioni da parte dei criminali che vi sono stati cacciati dalle forze dell’ordine.

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La strategia

«Liberare una casa occupata da un criminale significa ristabilire l’ordine pubblico, ma anche consentire a chi ne ha diritto di accedere ad un alloggio, ingiustamente occupato, che aspetta da troppi anni - sottolinea Tobia Zevi, assessore capitolino al patrimonio - Ma è il primo passo, perché solamente con la successiva assegnazione si può considerare chiuso il cerchio virtuoso della legalità».

Per evitare casi come quello degli appartamenti rimasti vuoti a Tor Bella Monaca, «ci vuole enorme sensibilità da parte di tutti, compresi politica, istituzioni e organi di stampa, affinché non sembri un ostacolo insormontabile ricevere una casa in passato abitata da criminali, perché non lo è - sostiene Zevi - Ci sono centinaia di associazioni che quotidianamente contrastano la criminalità con coraggio. Roma Capitale sarà sempre al fianco delle persone per bene, che hanno diritto ad avere un tetto sopra la loro testa». La strategia delle istituzioni locali prevede «non solo recupero degli alloggi, ma anche maggiori servizi, come la banda larga e i locali commerciali con affitto calmierato promossi dalla Regione, per sostenere il tessuto sociale, culturale ed economico - spiega Massimiliano Valeriani, assessore regionale all’urbanistica - Serve una sinergia costante fra tutte le istituzioni per garantire sicurezza e opportunità anche nei quadranti più complessi della città: solo così sarà possibile favorire una vera rigenerazione delle periferie».

I dati

Sono più di seimila le case popolari occupate senza titolo, sulle 48 mila che compongono il patrimonio immobiliare nella Capitale dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia territoriale pubblica. Se alcune sono state liberate da clan malavitosi - ma ora è difficile trovare persone disposte a entrarci, per timore di minacce e ritorsioni - il panorama dell’utilizzo illegale di questi appartamenti, nella Città eterna, è molto vasto, fino a toccare il 12,5 per cento del totale. Più del doppio del dato nazionale che, secondo gli ultimi dati di Federcasa, si aggira sul 6 per cento delle case popolari disponibili in Italia. Una situazione fino a oggi affrontata senza la dovuta attenzione, se non proprio ignorata. Diverse le tipologie degli abitanti illegittimi: si va dalle occupazioni ottenute con la violenza vera e propria (meno di un centinaio) a quelle instaurate semplicemente invadendo locali temporaneamente vuoti. Fino al lunghissimo elenco di inquilini senza titolo: da chi non ha mai abbandonato la casa assegnata ai genitori defunti ormai da tempo a chi ha redditi ben superiori alla soglia che definisce gli aventi diritto all’alloggio popolare. Ma c’è anche chi ha case di proprietà altrove, senza contare le morosità di lungo corso considerate ormai insanabili, con tanti anni di mancati pagamenti del canone dovuto all’Ater. Le occupazioni illegali sono diffuse in diversi quadranti della Città eterna, ma si concentrano particolarmente in quartieri dove è più diffuso il disagio sociale e, proporzionalmente, ci sono meno possibilità di far valere i diritti dei legittimi assegnatari delle case. Tra le zone con la maggiore incidenza di inquilini senza titolo valido c’è Tor Bella Monaca, dove è ancora vuota una quarantina di appartamenti della torre 50 - che era diventata la base operativa di un clan criminale - e due giorni fa le forze dell’ordine hanno sgomberato quattro appartamenti della torre 30, utilizzati per lo spaccio. Ma anche Corviale, San Basilio, il Tiburtino III, il Laurentino, il Tufello e Ostia.

 

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