Roma, scandalo case comunali: 1.600 “affittate” a defunti. Inquilini deceduti
anche 23 anni fa

L’80% dei presunti «eredi» è moroso. L’assessore Zevi: ora torni la legalità

Roma, scandalo case comunali: 1.600 affittate a defunti. Inquilini deceduti anche 23 anni fa
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 7 Gennaio 2022, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 00:18

Alcuni sono morti quando c’era ancora la lira. Ma nei registri del Campidoglio è come se fossero vivi e vegeti: 1.646 case di proprietà del Comune di Roma sono intestate a inquilini deceduti da anni. Eppure sono abitate, non certo da fantasmi. Sul patrimonio immobiliare dell’amministrazione della Capitale, già funestato da almeno un decennio di scandali per gli affitti stracciati e i locali concessi a partiti e associazioni amiche con canoni di favore, si allunga ora l’ombra dell’ennesimo controsenso contabile: le case affittate perfino ai morti. A centinaia, in tutti i quadranti della città. Appartamenti, addirittura in pieno centro storico, passati nel frattempo a chissà chi, senza che nessuno a Palazzo Senatorio si prendesse la briga di controllare. E infatti la maggior parte degli inquilini effettivi, loro sì in ottima salute, poi non pagava le bollette.


Dalle carte di un’indagine interna, ancora in corso, chiesta dalla nuova giunta comunale, spuntano alloggi intestati a inquilini scomparsi addirittura nel 1999, quando il nostro Parlamento eleggeva Ciampi al Quirinale e in Russia diventava presidente un certo Putin.

I funzionari del Comune di Roma, per anni, si sono limitati ad annotare nei propri registri che l’inquilino fosse «deceduto». Stop. Le bollette sono state spedite a «eredi» di cui nessuno conosceva l’identità. E la maggior parte dei nuovi occupanti, ignoti, naturalmente non ha sborsato un centesimo. Pochi invece hanno pagato, qualcuno addirittura tutte le cartelle, sperando probabilmente che in Comune chiudessero un occhio.

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Chi abita nelle case del Comune intestate ai defunti? Spesso si tratta di famigliari. Che non sempre però hanno diritto all’alloggio. La legge parla chiaro: dopo il decesso, va spedita una richiesta di voltura al Campidoglio, che decide poi se il nuovo inquilino abbia i requisiti previsti per una casa popolare (per esempio il reddito) oppure no.

In questo secondo caso, la via è una sola: il trasloco. Ma anni di negligenze hanno lasciato la dicitura delle bollette intatta. E il Comune, quindi tutti i romani, ha perso una montagna di soldi. I report del dipartimento del Patrimonio comunale rivelano che solo una quota esigua degli inquilini effettivi dei 1.646 appartamenti sia in regola con le bollette. Appena il 12% del totale. Tutti gli altri sono morosi, la metà non ha più pagato un euro. Ecco il documento del Campidoglio: «In 809 casi - si legge - non vi è stato alcun pagamento o una percentuale di morosità pari o superiore all’80%. 309 casi, invece, registrano una percentuale di morosità che oscilla dal 20% all’80%». C’è qualcuno, si diceva, che invece ha pagato le bollette intestate al defunto. Se non tutte, quasi. Sperando di conservare la casa. «In 198 casi - prosegue il rapporto del Comune - sono state completamente pagate le fatture emesse per un incassato di quasi 314.000 euro. Tale numero arriva a 528 se si considera una percentuale di morosità inferiore o uguale al 20%». 


LE LETTERE
Gli esiti dell’indagine comunale, ancora parziali, hanno spinto la giunta di Gualtieri a muoversi in fretta. Da novembre sono state spedite 900 «comunicazioni agli eredi», le altre 746 famiglie che ancora non hanno ricevuto la lettera, l’avranno a breve. «In poco più di un mese siamo riusciti a ottenere, grazie anche al lavoro di Aequa Roma, informazioni mai venute alla luce finora», spiega Tobia Zevi, l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune. Informazioni «fondamentali - aggiunge - perché queste indagini sono necessarie per raggiungere l’obiettivo di passare dall’emergenza abitativa a una politica abitativa ambiziosa, di lungo periodo». Nelle ultime settimane, assicura l’assessore di Gualtieri, «gli uffici hanno lavorato con grande dedizione alla raccolta di informazioni sugli anni passati. Il nostro impegno è proseguire all’insegna della serietà e della legalità».
 

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