Roma, offresi Casale delle Vignacce sull'Appia con vista San Pietro: ma non lo vuole nessuno

Deserto il bando per assegnare per 20 anni il Casale delle Vignacce: il parco dell'Appia Antica vorrebbe tramutarlo in agriturismo

Roma, offresi Casale delle Vignacce sull'Appia con vista San Pietro: ma non lo vuole nessuno
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 10 Agosto 2022, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 17:29

È a qualche centinaio di metri dall'Appia Antica, immerso nel verde. Ha una vista mozzafiato: da lì si riesce persino a vedere la cupola di San Pietro. Eppure, nonostante il paesaggio fantastico, il luogo meraviglioso e la necessità da parte del Parco dell'Appia Antica di procedere a una valorizzazione del bene, il Casale delle Vignacce nessuno lo vuole. La gara per il suo affidamento è andata deserta. E così, ancora, non si riesce a chiudere il capitolo della valorizzazione di questo spazio pubblico che potrebbe diventare un'area viva per quanti vogliono immergersi nella storia dell'Appia, la Regina viarum.

 


LA PROPOSTA
L'offerta (con un'entità dell'appalto di 1,3 milioni di euro) prevedeva una base d'asta di 68 mila euro e avrebbe dato la possibilità (dietro il pagamento di un canone annuo da dare direttamente al Parco) di gestire i 2.000 metri cubi del Casale e migliaia di metri quadri di terreno. La struttura era stata già oggetto di un intervento di recupero dell'ente regionale del Parco dell'Appia Antica, con i lavori che erano stati terminati poco più di dieci anni fa. Per la sua valorizzazione proprio nei documenti della gara l'ente ha richiesto anche 343 mila euro per una serie di investimenti, tra cui la ricostruzione di un manufatto (ora usato a porcilaia) la creazione di spazi per la cucina, sale di ristorazione e camere per l'ospitalità. In sostanza, da parte del Parco dell'Appia Antica la volontà a valorizzarlo c'è stata, puntando a un'attività a preminente carattere agricolo multifunzionale in grado di focalizzare l'attenzione alla produzione agricola, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio agro-ambientale, naturalistico, paesaggistico e culturale.
La durata della concessione, secondo quanto immaginato dal Parco, sarebbe andata da un minimo di sei anni a un massimo di venti: un lasso temporale che avrebbe permesso di rientrare dell'investimento e di concentrare l'attenzione su un progetto di recupero e valorizzazione molto ampio, in linea con i criteri di sostenibilità ambientale che ben si prestano ai principi che guidano la crescita di quella fetta di territorio, dove storia, ambiente e cultura si intrecciano profondamente.


I TEMPI
L'obiettivo della valorizzazione del Casale, però, non è tramontato.

Proprio dall'ente pubblico stanno valutando nuove modalità per riaprire alla possibilità di un affidamento ai privati. Ma se in primavera si contava di chiudere la partita proprio entro quest'estate, la gara andata deserta di fatto allunga un po' i tempi per la sua definizione e dovranno essere rivisti i cronoprogrammi per la sua definitiva riapertura al pubblico, con una struttura particolarmente di pregio che potrebbe donare alla città, e a quel quadrante del Parco, una nuova centralità ricettiva in grado di puntare al rispetto dell'ambiente e alla tutela del territorio.


LA STORIA
Il Casale delle Vignacce, che si trova nella tenuta della Farnesiana in via Muracci dell'Ospedaletto, è stato dichiarato d'interesse archeologico ed è sottoposto a vincolo. Si tratta di un edificio del Seicento che è stato costruito su una struttura medievale e su una villa romana di campagna. In pratica, è un esempio di come, in una delle aree storiche più belle e affascinanti del mondo, sull'Appia Antica, ci sia stato il profondo passaggio della storia dell'uomo. Il Casale compare nel Catasto Gregoriano dei primi dell'Ottocento con la definizione di casa con corte ad uso della vigna ed era di proprietà dei padri Domenicani di Santa Maria sopra Minerva. Al piano terra dell'edificio si vedono ancora le preziose testimonianze del periodo Romano, con una vasca ovale inserita nel piano pavimentale, un rivestimento interno in laterizio e blocchi di peperino sagomati. Oggi il Casale delle Vignacce fa parte della Rete delle dimore storiche del Lazio.

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