Qualità della vita, Milano conquista il primo posto. Male Roma, ma supera Firenze. Napoli su di 13 posizioni
LA GRANDE CRISI
Il grande tarlo è l'immondizia. Nel macro-settore Ambiente e servizi, uno dei 6 campi dell'indagine, la Capitale passa dal 15esimo al 19esimo posto. Spulciando le singole voci, la situazione, in alcuni ambiti, è disastrosa. Per la raccolta differenziata, Roma è al 74esimo posto; per la produzione dei rifiuti pro-capite, ancora più giù, all'88esimo. Pensare che la giunta di Virginia Raggi aveva assicurato la riduzione dell'immondizia, invece è andata al contrario: già l'anno scorso, per la prima volta dal 2010, la produzione degli scarti è aumentata. Tra gli altri fattori negativi, Roma è al 73esimo posto per la qualità dell'aria e per lo smog e alla voce sanità, che fa capo alla Regione, si trova alla 45esima posizione per la medicina generale e alla 44esima per l'emigrazione ospedaliera, bene invece l'offerta pediatrica (11esimo posto). Alla voce trasporti, Roma è al quarto posto per la «percorrenza annua per abitante dei mezzi pubblici» - le stime sono elaborate dal rapporto Ecosistema urbano di Legambiente - ma il risultato, 57, come nel 2017 e nel 2018, è inferiore a quello del 2016, l'anno dell'insediamento di Raggi, quando la Capitale era a quota 60. Insomma, anche per la mobilità le cose sono peggiorate. Roma precipita pure nella classifica della spesa per il sociale: minori, disabili e anziani. Crolla dal sesto al 18esimo posto.
Del resto bastava guardare i votacci che hanno rifilato i romani agli stessi servizi colabrodo. Tutto annotato nel rapporto presentato neanche una settimana fa dall'Agenzia comunale che controlla la qualità delle prestazioni del Campidoglio e delle sue municipalizzate. I cittadini hanno dato un 3,4 (su 10) alla pulizia delle strade, un 3,6 alla raccolta del pattume. E l'Atac, ha scritto sempre l'Authority, perde 4.380 corse ogni giorno.
Perché allora, nonostante tutto, la Capitale guadagna posizioni? Migliora il comparto affari e lavoro, dove Roma sale dal 43esimo al settimo posto, anche perché alcuni ambiti finora non erano stati presi in considerazione. Per esempio il trend dell'imprenditoria giovanile (ottavo posto), le imprese straniere (settimo), le imprese in rete (decima piazza), il saldo tra le aziende che hanno aperto e quelle che hanno chiuso (quarto posto). Roma migliora anche sul versante demografia e società, dal 28esimo al 17esimo posto, che tiene in considerazione il tasso di mortalità, di natalità, il numero medio di anni di studio degli over 25 (la Capitale è al secondo posto).
RAPINE E FURTI
Male invece il comparto ricchezza e consumi, che analizza le variazioni di reddito e le spese delle famiglie, dove Roma scivola dall'ottavo al 40esimo posto. Va leggermente meglio sul fronte giustizia e sicurezza, ma c'è poco di cui essere contenti: Roma era ultima, al 107esimo posto, ora è al 105. Pesa soprattutto il totale dei delitti denunciati ogni 100mila abitanti, le rapine, i reati di droga. E «l'indice di litigiosità», cioè le cause civili in rapporto alla popolazione: la Capitale è maglia nera.
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