Roma, nel Tevere spunta un cadavere: era in acqua da due mesi, mistero sull'identità

Il recupero del corpo alla foce del Fafa, nel Tevere
di Fabio Marricchi
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Domenica 27 Gennaio 2019, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 13:53

E' ancora avvolta nel mistero l'identià dell’uomo trovato cadavere nel Tevere tre giorni fa. Ieri il corpo è stato recuperato a Nazzano, piccolo centro in provincia di Roma, dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Roma. Alle operazioni hanno partecipato i carabinieri di Torrita Tiberina, della compagnia di Monterotondo e del nucleo operativo della città sabina. Ieri mattina le operazioni sono riprese dopo che erano state sospese la sera precedente, con il buio, anche per via delle condizioni avverse e della corrente molto forte che avrebbe impedito di avvicinarsi al luogo dove era stato avvistato il cadavere.

Cadavere nella riserva Tevere-Farfa, indosso ha solo gli slip: giallo sull'identità
 

 

Per il recupero della salma, che si trovava in una zona impervia della sponda del fiume Tevere, proprio alla confluenza del Farfa, sono stati impiegati un battello della Riserva e due gommoni. C’è voluto più di un ora e mezzo per recuperare il corpo. Sul posto è poi giunto il medico necroscopo della Asl che ha accertato il decesso. Nel pomeriggio di ieri è stata eseguita l’autopsia della quale si attendono ancora i risultati. Da un primo esame, l’uomo, che aveva indosso solo gli slip, sembra essere deceduto da diverso tempo. La zona è nascosta e per notare qualcosa bisogna passarci. I guardiaparco della Riserva, che hanno avvistato il cadavere e dato l’allarme, non passavano da quelle parti per la sostituzione delle schede di registrazione delle video trappole, da almeno un paio di mesi. Il periodo del decesso dovrebbe essere compreso nell’arco di questo periodo.

Il cadavere, in stato di decomposizione, probabilmente è stato anche attaccato da qualche animale. Nei pressi del cadavere, in una zona a monte, sarebbero stati trovati anche gli indumenti, un paio di scarpe nelle vicinanze del ritrovamento. I carabinieri del nucleo operativo hanno prelevato il dna e preso le impronte digitali per confrontarle con i dati di qualche scomparso. Una ricerca che non sarà facile. Molti sono attualmente gli scomparsi dei quali si sono perse le tracce. Fondamentale sarà l’autopsia per stabilire le cause della morte e se sul cadavere sono presenti segni di violenza. Se cioè si sia trattato di un omicidio. Nella zona sono abbastanza frequenti episodi di annegamento. Nel settembre del 2017 un uomo si era tuffato nel Tevere dopo un abbondante pasto ed era annegato. Tempo prima era morta una donna. Di altri casi analoghi ce ne sono parecchi. Ci sono diversi approdi alle acque del Tevere molto nascosti e isolati. In certi punti la corrente è molto forte. Una delle ipotesi è che l’uomo possa essere stato trasportato dal fiume provenendo da una zona diversa, anche se il ritrovamento degli abiti lo potrebbe far escludere. Ma occorrerà stabilire se tali indumenti appartenevano alla vittima. 
 

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