Roma, botte e minacce se non si prostituivano: arrestato boss delle schiave del sesso

Roma, botte e minacce se non si prostituivano: arrestato boss delle schiave del sesso
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 10:48
Costrette a prostituirsi, donne obbligate anche ad avere otto clienti a notte. E se si ribellavano, giù botte, violenze, umiliazioni, minacce di ritorsione anche ai loro familiari. Un uomo di 34 anni, è stato arrestato e portato a Regina Coeli dagli agenti della Polizia locale di Roma Capitale per il reato di sfruttamento della prostituzione. Le indagini erano partite lo scorso anno, quando i caschi bianchi dei Gruppi Gpit (Gruppo pronto intervento traffico) e del Rocs (Reparto operativo coordinamento e supporto) del comando generale hanno raccolto le prime testimonianze di una delle donne sfruttate, A. P., trentaduenne di nazionalità romena, che aveva subito violenze ed umiliazioni, oltrechè minacce di ritorsioni sulla propria vita e su quella della madre, nel caso in cui si fosse sottratta a quella vita da "schiava del sesso", e non avesse corrisposto i relativi introiti.

Grazie alle attività investigative degli agenti, tramite intercettazioni e appostamenti, è stato possibile scoprire il giro di sfruttamento e di affari messo in atto da S.B.D., trentaquattrenne connazionale della vittima. Fondamentale è stata la raccolta di elementi di prova legati alle numerose utenze telefoniche in uso allo sfruttatore, alle quali erano associati annunci che pubblicizzavano escort e facevano riferimento ad espliciti incontri a pagamento da effettuarsi in hotel o a domicilio, con prezzi variabili in base al tempo, ai servizi prestati con il cliente e alla distanza del luogo convenuto per l'incontro.

Una delle vittime, A. P., era obbligata ad avere fino a 8 appuntamenti diversi a notte e veniva accompagnata dal suo aguzzino ai vari incontri. A lui doveva consegnare tutti gli introiti ricavati, senza poter tenere nulla in tasca. Sulla base delle dichiarazioni della vittima e dagli esiti delle indagini è emerso che lo sfruttatore viveva e si manteneva con i proventi che ricavava dalle donne che picchiava, umiliava e costringeva a prostituirsi.

Tutto il giro di denaro veniva gestito in contanti, in modo tale da evitare di lasciare tracce dirette che potessero consentire alla magistratura di pervenire alla confisca del denaro illecitamente accumulato.
L'uomo, che ha adottato condotte violente, sovrastato e prevaricato la personalità e la dignità di molte donne, ora è a disposizione dell'Autorità Giudiziaria e dovrà scontare la sua pena in carcere.
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