Roma, caos bonus affitti: 49mila in attesa. «Comune in ritardo di 6 mesi»

Roma, caos bonus affitti: 49mila in attesa. «Comune in ritardo di 6 mesi»
di Francesco Pacifico
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Venerdì 11 Settembre 2020, 00:18

Quasi 50mila domande presentate, ma in circa 6 mesi ne sono state lavorate appena 3mila. Risultato? Oltre 49mila romani attendono ancora da quasi 180 giorni il bonus affitto, lo stanziamento di 250 euro per aiutarli nel pagamento del canone di locazione per i tre mesi del 2020. Previsto per chi - durante l’emergenza Covid - ha visto crollare il proprio reddito almeno del 30 per cento. Una situazione ancora più grave, se si pensa che i soldi per finanziare l’operazione ci sono, cioè 12,1 milioni di euro stanziati dalla Regione e già incamerati a Palazzo Senatorio con apposite variazioni di bilancio. Invece, per problemi di cattiva burocratica, tutto è al palo: a quanto pare dal Comune soltanto per 1.100 richieste sarebbe stato presentato alla Ragioneria il mandato di pagamento per fare i bonifici. Racconta Monica Lozzi, presidente ex grillina del VII Municipio: «Ogni giorno riceviamo decine di mail dai nostri residenti, che ci chiedono che fine ha fatto il buono affitti».

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Dal I l’assessore alla Casa, Emanuele Monteverde: «Da mesi chiediamo al Campidoglio quante domande sono state lavorate e autorizzate: non abbiamo mai avuto risposte». Ed è proprio la cronistoria del provvedimento a descrivere i ritardi e il fallimento di una delle poche misure messe in campo dal Campidoglio per affrontare la crisi: il 9 aprile la Regione approva la delibera con la quale stanzia per tutto il Lazio 20 milioni di euro (12,1 soltanto per Roma Capitale) per il sostegno al pagamento dell’affitto, versati a Palazzo Senatorio pochi giorni dopo; il 27 aprile il Comune pubblica il bando per ottenere il buono (basta presentare un’autocertificazione sui propri guadagni, copia del documento e le ricevute degli ultimi tre pigioni pagati) con termine ultimo per la presentazione online della domanda al 18 maggio; l’8 maggio il dipartimento per le politiche abitative chiede di ampliare il personale a disposizione con 50 unità in più (ne arriveranno 12 soltanto tra giugno e luglio); il 13 agosto l’assessore capitolino alla Casa, Valentina Vivarelli, annuncia i primi mandati di pagamento.

Eppure da allora, e nonostante tutti questi mesi e le tante polemiche a mezzo stampa tra i due enti coinvolti, nessuno ha visto un becco di un quattrino. Dalle parti del Campidoglio, la situazione sarebbe così tesa che ad agosto l’ex direttrice del Dipartimento al Patrimonio e alle politiche abitative, Valeria Minniti, ha presentato le sue dimissioni, in polemica sia con l’assessore Vivarelli sia con Virginia Raggi, che l’aveva voluta in quel posto. Si vocifera anche che la dirigente, dopo lettere di fuoco inviate sia alla sindaca sia al responsabile del Personale del Campidoglio, abbia abbandonato l’incarico dopo essersi ritrovata con 12 addetti più, tutti inesperti e da formare, a fronte dei cinquanta chiesti.

UNA VENTINA DI TRAVET

Ma che cos’è successo in questi cinque mesi? Come detto, c’è innanzitutto un deficit di personale. La stessa Minniti, in risposta a un’interrogazione al consigliere pd Giulio Bugarini, ha spiegato che «l’ufficio si è organizzato in modalità di presenza (anche con pagamento di ore di straordinario prestate su base volontaria) con altre 10 unità di cui alcune, compatibilmente con le ferie ed i part time lavorano in modalità di smart working». In totale all’opera, per vagliare quelle pratiche, c’erano una ventina di travet. Ma a rallentare di più l’operazione sarebbero state anche le diversità di vedute tra il Dipartimento alla Casa e la Ragioneria su come valutare le domande: il primo ha sostanzialmente controllato i dati anagrafici visto che parliamo di autocertificizione, l’altra avrebbe chiesto tre volte al dipartimento di ampliare l’audit anche a questioni patrimoniali.

Commenta Giulio Bugarini: «Al di là delle motivazioni, non è possibile che ci vogliano cinque mesi per autorizzare delle pratiche in una fase di crisi come questa». 

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