Roma, beve bibita ghiacciata al bar e muore a 28 anni: ​portato subito in ospedale, era stato dimesso

Roma, beve una bibita ghiacciata e muore: visitato e dimesso, poi il malore
di Adelaide Pierucci
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Sabato 11 Luglio 2020, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 10:06

Beve una bibita ghiacciata e muore poche ore dopo le dimissioni dal pronto soccorso. Un sorso bevuto velocemente al tavolo di un bar l’altra sera si è rivelato fatale per un operaio di 28 anni di nazionalità romena. Il mal di stomaco e il gonfiore addominale, la corsa al policlinico Tor Vergata il mattino successivo, sei ore di monitoraggi su un’ambulanza a ridosso del pronto soccorso, e poi il rinvio a casa dove l’uomo è morto. Sul caso la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. L’autorità giudiziaria punta ad accertare se le cause del decesso siano da ricollegare alla congestione. E, nel caso, se la morte causata dalla bibita ghiacciata potesse essere evitata con controlli più accurati o con un ricovero adeguato. Il malore risale a mercoledì sera, in zona Casilina.

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Il romeno si era seduto al bar

Il romeno, accaldato dopo una giornata di lavoro, siede a un bar col padre e ordina una bibita fresca. Evita birre. Sceglie un drink più leggero e fresco. Ne beve metà lattina con un sorso e subito avverte un forte dolore addominale. Il padre lo accompagna a casa, ma col passare delle ore, la situazione non cambia. Il mattino successivo va al Policlinico Tor Vergata dove il giovane viene trattenuto per sei ore in ambulanza, forse per evitare assembramenti vista l’emergenza Covid, ma anche pare per la difficoltà di reperire posti letto. Il mezzo ha attrezzature all’avanguardia. Il paziente viene sottoposto ad analisi e a monitoraggi cardiaci. Poi la decisione dei medici: «Può essere dimesso», con l’avvertenza di stare al riposo.

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Il paziente viene riaccompagnato a casa, si corica e, dopo poche ore, muore. La moglie chiede aiuto, allerta anche i carabinieri. Per gli accertamenti medici è stato nominato in procura dal pm Alberto Galanti un medico legale. Al conferimento dell’incarico ha partecipato anche la vedova. «Non abbiamo nemmeno la forza di parlare» ha spiegato in presenza dell’avvocato Giulia Trinca. ‘«Era giovane e ha lasciato la famiglia. Aspettiamo gli esiti degli accertamenti», ha detto la penalista. I risultati dell’autopsia sono attesi tra due mesi. Nel frattempo è scattato l’ordine di acquisire la cartella clinica. Secondo i primi accertamenti il giovane non aveva malformazioni, i monitoraggi avevano escluso complicazioni cardiache. «Si può morire per una bibita fredda? È stato rispedito a casa - ha lamentato un amico - vogliamo sapere se poteva essere salvato». 
 

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