Roma, bancarelle subito a gara: salta la proroga fino al 2032

Il Tar boccia il ricorso degli ambulanti: «Un maxi-rinnovo viola la concorrenza»

Roma, bancarelle subito a gara: salta la proroga fino al 2032
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 00:10

Una sentenza del Tar del Lazio spazza via decenni di proroghe e lassismi sulla gestione delle 11mila bancarelle di Roma. E spinge il Campidoglio a mettere finalmente a gara tutte le licenze della galassia opaca dell’ambulantato: camion bar, smerci di paccottiglia per turisti proliferati intorno ai monumenti della Grande bellezza, spesso concessi a canoni stracciati rispetto al volume d’affari e finiti nelle mani di un pugno di famiglie in regime di semi-monopolio.

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«Bancarelle subito a gara». Salta la proroga fino al 2032

A bando, secondo i giudici amministrativi, dovranno andare perfino le postazioni nei mercati di quartiere. Tutti i permessi comunali scadevano il 31 dicembre del 2020. L’ex governo Conte, a una manciata di giorni dal gong, prorogò le concessioni per l’ennesima volta, addirittura per altri 12 anni, fino al 2032. Ma un parere dell’Antitrust chiesto dall’ex sindaca Raggi, spedito a Palazzo Senatorio a marzo 2021, ha invitato l’amministrazione cittadina a imboccare la strada opposta: stop al maxi-rinnovo delle licenze e piena applicazione della Bolkestein, la direttiva Ue sulla concorrenza, approvata nel 2006 e rimasta finora lettera morta per l’intero comparto. L’ex giunta grillina aveva provato a far partire i bandi per riassegnare le postazioni, ma ha incontrato, ovvio, l’opposizione tenace degli ambulanti, decisamente riottosi a lasciare il tesoro delle licenze che avevano conservato per decenni senza uno straccio di gara.

LE PROTESTE

Proteste di piazza sotto al Marc’Aurelio e battaglia legale, con un ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio presentato da 9 associazioni di bancarellari. Le toghe di via Flaminia però hanno cassato tutte le richieste.

Con una sentenza pubblicata martedì scorso, il 18 gennaio, la Sezione Seconda Ter, presieduta da Pietro Morabito, ha dichiarato «l’inammissibilità delle domande proposte dalle associazioni» e ha stabilito che «il ricorso è infondato e deve essere respinto». Per i giudici, l’amministrazione capitolina ha «il dovere di non applicare la legge nazionale di rinnovo automatico delle concessioni, in quanto contrastante con il diritto eurounitario». Cioè con la direttiva Bolkestein che, ricorda il Tar, «impone l’indizione di gare pubbliche a tutela della concorrenza per il mercato», tema che riguarda anche «le concessioni di parcheggi a rotazione per l’esercizio del commercio su aree pubbliche peraltro caratterizzati anch’essi, come già detto, dalla scarsità delle concessioni assentibili». In sostanza, le licenze sono già poche (soprattutto quelle degli ambulanti in strada, le più redditizie, circa 1.300) e non metterle sul mercato «salvaguarderebbe solo una categoria di operatori economici, ovvero quelli già titolari di concessioni, ad irragionevole discapito degli altri operatori che aspirano al subentro».

LA TRINCEA

Per difendere l’ultimo rinnovo ultradecennale delle licenze, i ricorrenti avevano sostenuto di essere gli unici in grado di assicurare la «tutela e conservazione del patrimonio nazionale storico e artistico». Secondo i magistrati del Tar, il teorema non regge: «Quand’anche si riconoscesse un nesso tra tutela del patrimonio e commercio su area pubblica, non è dato sapere perché tale tutela potrebbe essere assicurata solo mantenendo i ricorrenti nelle loro concessioni e non anche consentendo l’ingresso nel settore di altri aspiranti». Il verdetto ora instrada la nuova giunta di Gualtieri sul percorso più trasparente: gare per tutte le bancarelle. I bandi per le 11mila le postazioni dovranno essere pubblicati entro fine anno, in modo da poterli assegnare entro «il 31 dicembre 2023». Stavolta senza più proroghe.

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