Adele (è un nome di fantasia) a scuola, in quinta elementare, non voleva più andare. Nonostante i bei voti, la voglia di studiare che non veniva mai meno, all’improvviso al solo pensiero di varcare la soglia di casa per tornare in classe vomitava. «Mamma ti prego non mi mandare più a scuola», pianti disperati, il refrain di ogni mattina e l’entusiasmo della bambina che si spegneva giorno dopo giorno. Adele era vittima di bullismo. Schernita, spintonata, minacciata da una banda di bulli capeggiata da un’altra ragazzina come lei. «Pensavamo che fosse finita con il passaggio alla scuola media, invece, l’incubo si è rimaterializzato quando abbiamo appreso, pochi giorni fa, che almeno tre del gruppetto, compresa la capo bulla, saranno di nuovo in classe con mia figlia in prima media. E questo, nonostante, le proteste e le rimostranze verso il preside e la mobilitazione, sia nei mesi passati, che ora, della polizia». La mamma della bambina è furiosa, ma soprattutto preoccupata.
Bullismo, la storia della bimba di 10 anni
Adele ha frequentato le elementari a Genzano, cittadina dei Castelli Romani.
La sorpresa
Mamma e figlia quando sono andate a leggere i “quadri” con le sezioni assegnate agli alunni delle prime medie hanno avuto la brutta sorpresa: stessa sezione con la capo bulla e altre di loro. «Quando ho chiamato la scuola, una segretaria mi ha dato una risposta sconcertante: “Bisogna metterle insieme perché così si aiuta a recuperare anche la bambina più violenta”, questo riferendosi a dei problemi che ha avuto la ragazzina per via della separazione dei genitori. Tutto ciò mi sembra assurdo. Non sanno che significa vedere la propria figlia tornare a casa dopo una giornata in classe e correre al bagno perché, pur di non andare da sola alla toilette, se la tiene tutto il tempo». Adesso la mamma di Adele si appella al buon senso dei vertici scolastici: «Spostate queste bulle di sezione, lasciate studiare in pace la mia bambina che tra poco dovrà affrontare l’adolescenza, un periodo già di per se delicato. Ho sollecitato di nuovo la polizia, non possiamo rivivere questo incubo».
I precedenti
Di bambine e bambini vittime dei bulli come Adele, è pieno. In alcuni casi le conseguenze sono state le più nefaste, come per una tredicenne di Tor Pignattara che a giugno dello scorso anno si tolse la vita impiccandosi a una mensola della sua cameretta. Anche allora, la ragazzina era finita nel mirino dei bulli. In altri a mettere in piedi comportamenti indifendibili sono state addirittura le maestre, come nel caso della chat di una scuola in cui le docenti bullizzavano un bambino autistico.
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