Roma, appalti truccati per forniture alle Forze armate: 64 indagati

Roma, appalti truccati per forniture alle Forze armate: 64 indagati
di Michela Allegri
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Giovedì 9 Luglio 2020, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 10:44

Le tangenti erano soldi in contanti scambiati in ufficio, ma anche consegnati in tutta fretta, di sfuggita, dentro a un'auto parcheggiata davanti a un bar. Ma le mazzette erano pure favori, regali, assunzione di figli e parenti all'interno delle ditte “amiche”, che negli ultimi anni avrebbero ottenuto appalti - turbati, o portati avanti con sistemi fraudolenti - per 18.5 milioni di euro.

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Tangenti improvvisate, a volte, ma anche con un tariffario preciso, che, sottolinea il gip nell'ordinanza di arresto, era spesso pari al 10 per cento dell'importo del contratto ottenuto. Emerge dagli atti dell'inchiesta della Procura di Roma su un sistema di tangenti e corruzione negli appalti per le forniture a Esercito, Carabinieri, Aeronautica e Finanza. Ci sono generali, colonnelli ma anche maggiori, capitani e tenenti, tra i 64 indagati. In 31 sono stati colpiti dalle misure cautelari eseguite questa mattina dagli agenti della Squadra mobile del gip e su richiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo e del pm Antonio Clemente. Sette gli arresti domiciliari, 19 i divieti di contrattare con la pubblica amministrazione e 5 le sospensioni dal servizio.


 

Sistema diffuso


Il gip sottolinea che le indagini hanno messo in luce «un sistema diffuso di rapporti tra imprenditori e pubblici ufficiali per falsare le gare attributive di commesse della pubblica amministrazione». Si tratta di «rapporti collusivi che si fidano per lo più su reciproche utilità»: gli imprenditori vincono e guadagnano, e i pubblici ufficiali ricevono somme di denaro, o anche altri vantaggi.

«Un modus operandi pervasivo», sottolinea il giudice nell'ordinanza, che investe tutti i settori in cui l'amministrazione necessita di beni e di servizi: dall'abbigliamento alle derrate alimentari, dall'attività di digitalizzazione all'acquisto dei macchinari per la cura dei giardini, dalle tende da campo per le forze armate ai sistemi di allarme, fino all'arredamento.

Lo spaccato che emerge dall'inchiesta e che viene tratteggiato negli atti è desolante: «Sembra che non vi sia settore delle forze armate in cui i pubblici ufficiali abbiano chiaro il valore della propria funzione, mortificata dal conteggio delle tangenti, consegnate dentro gli uffici o dentro un'automobile davanti a un bar».

Le intercettazioni sono eloquenti: «Fa qualcosa per noi», chiede un colonnello a un imprenditore. E ride quando viene stabilito il suo compenso: un atteggiamento che per il gip è «sintomatico della disinvoltura con cui il militare commette il reato».


Nell'indagine, durata circa un anno, sono finiti graduati di Aeronautica militare, carabinieri, ufficiali dell'Esercito, militari della Guardia di finanza. Sono accusati insieme agli imprenditori e a seconda delle posizioni di corruzione, frode in pubbliche forniture, truffa allo Stato, turbativa d'asta.
I settori in cui spaziavano le attività illecite erano i più disparati: dalle forniture di decespugliatori alla gestione del servizio giardini, dalla digitalizzazione degli atti degli aeroporti alla fornitura delle tende pneumatiche all'esercito e, addirittura, quella per l'acquisto dei distintivi dei gradi da apporre sulle divise di militari. Addirittura, uno dei militari si sarebbe fatto regalare gradi per circa 400 euro e, per accreditarsi, li avrebbe a sua volta regalati al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che era inconsapevole della provenienza illecita e che non risulta coinvolto nell'inchiesta.

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