Roma, il boom dei "fantasmi" dell'anagrafe: spariti in 20mila

Roma, il boom dei "fantasmi" dell'anagrafe: spariti in 20mila
di Laura Bogliolo
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 09:26
Ventimila fantasmi nella Capitale scomparsi dai radar dell'Anagrafe del Comune, hanno lasciato debiti verso privati ma anche verso le casse del Campidoglio. Lo scorso anno a fronte di 51.142 nuovi iscritti, 19.793 sono stati cancellati perché irreperibili: il 28% è italiano, il 72% straniero. I residenti a Roma sono 2,8 milioni, il 13% viene da altri Paesi e il fenomeno degli irreperibili riguarda soprattutto loro. Anche nel 2018 (14.474 cancellati) il 71% era straniero.

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I DANNI ECONOMICI
Dietro l'irreperibilità e quindi la cancellazione si nascondono residenze fittizie, irregolarità di vario genere e truffe che mettono nei guai i proprietari di casa che non riscuotono gli affitti ad esempio, ma soprattutto il Comune. Si pensi ai danni relativi ai mancati introiti: 1,6 miliardi i crediti mai incassati da sanzioni arretrate, un miliardo è il mancato contributo Tari negli ultimi sei anni (mai pagata una bolletta su 4). Nel 2018 è di 7,5 milioni l'ammontare delle multe ai negozi ad esempio. Un dato preoccupante dal punto di vista degli introiti se si pensa che secondo l'Oref la capacità di riscossione del Campidoglio è del 25,4%. Lentezze burocratiche, morosità di italiani e stranieri e poi il pasticciaccio degli irreperibili con residenze fittizie che porta via una mole di lavoro immensa agli uffici anagrafici municipali e centrali e ai vigili che hanno dovuto creare una task force apposita sul tema alle dirette dipendenze del Comando centrale.

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I FLUSSI
Prendiamo ad esempio i dati pubblicati sul sito del Comune a gennaio. Nei documenti viene comunicata la cancellazione di 1.596 persone, per 2.483 la procedura è in corso e per altri 1.003 c'è l'avviso di cancellazione. Oltre agli italiani (470 circa), 267 irreperibili sono della Romania (92.872 il totale dei residenti a Roma, sono il 24,28% degli stranieri), 191 del Bangladesh (31.734), 76 delle Filippine (42.216), 58 sono cinesi (19.600), 57 dell'Egitto (11.584), 34 del Perù (13.120). L'irreperibilità degli stranieri è un dato che viene definito «molto delicato» dagli addetti ai lavori, perché dietro spesso si nasconde un mondo oscuro ancora da comprendere appieno e sul quale più volte le forze dell'ordine hanno acceso un faro. Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ad esempio è un tema caldissimo. Ma snoccioliamo qualche dato: lo scorso anno i vigili hanno effettuato 125.000 controlli, spetta a loro infatti il compito di verificare se una persona è residente relamente in uno stabile. La legge prevede tre controlli, la procedura di cancellazione dura un anno e mezzo circa e non è facile cercare informazioni in appartamenti o addirittura palazzine dove abitano soltanto stranieri che non hanno alcun interesse a raccontare che fine abbiano fatto i connazionali scomparsi.

LA CARTA DI IDENTITÀ
Il Municipio dove sono necessari più controlli è il VI (Torre Maura, Tor Bella Monaca, Torre Spaccata): lo scorso anno ci sono state ben 20 mila verifiche. Siamo in un territorio popolato come Verona (257.534 abitanti), esteso quanto Napoli (113,88 km quadrati) dove l'incidenza degli stranieri è del 17,3% (a Roma in media è del 13,1%). «Il fenomeno dell'irreperibilità è molto delicato soprattutto sul fronte degli stranieri - spiega Roberto Romanella, presidente del VI Municipio - l'anello debole è una legge nazionale meno stringente sul rilascio della residenza e quindi della carta di identità». Ed ecco il vero cuore della questione: chi ha la residenza può chiedere il rilascio della carta di identità e quindi aprire un conto in banca o affittare un negozio. Può essere multato ovviamente perché vende merce contraffatta, espone cassette della frutta in strada o vende alcolici a ogni ora. Se poi scompare ed è irreperibile chi paga? Nessuno.

Dal 2012, in base a una legge nazionale, è più semplice dopotutto ottenere la carta di identità, anche se provvisoria. Se prima il Comune (funzionari e vigili) dovevano accertare che una persona fosse davvero residente prima di avviare la pratica, ora lo straniero che fa richiesta, «esce dall'ufficio del municipio già con un attestato di residenza» spiega un impiegato. Solo dopo (nei successivi 45 giorni) partiranno le verifiche. Intanto però potrà iniziare la trafila per chiedere la carta di identità e, ad esempio, mostrare l'attestato di residenza se viene fermato dalle forze dell'ordine.
 
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