Roma, Ama, tagli alla raccolta e alla pulizia delle strade. Crisi alla Multiservizi

Cassonetti stracolmi in via Val d'Ossola a Montesacro
di Francesco Pacifico
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Martedì 31 Marzo 2020, 09:52

Con la produzione giornaliera calata di almeno 500 tonnellate al giorno - e il 40 per cento del personale assente tra ferie, malattie e permessi - Ama ha ridotto il servizio della raccolta di rifiuti. L’azienda smentisce in una nota problemi - «Tutto viene erogato con regolarità» - e se la prende con quanti buttano “gli ingombranti” per strada e i rifiuti fuori dai cassonetti. «Sono state rimosse oltre 230 tonnellate di materiali abbandonati illecitamente su strada». Ma negli ultimi giorni, nonostante la città sia vuota, si sono registrati non pochi ritardi nello svuotamento dei secchioni in periferia (soprattutto nei quadranti a Nord e a Est). 

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Ama ha comunicato domenica sera ai sindacati che i giri per recuperare la differenziata con il sistema del porta a porta, nei Municipi dove è attiva, passano giornalmente da 9 a 6. Parallelamente lo spazzamento delle strade, anche sfruttando il fatto che c’è poca gente in circolazione, cala del 50 per cento. Più in generale la raccolta in città nei cassonetti su strada eseguita con i compattatori passa dal 100 al 80 per cento del totale, rimodulando squadre e tempi d’intervento. L’azienda, proprio per affrontare le maggiori criticità in alcune periferie, avrebbe deciso di “spedire” più uomini e più mezzi lontano dal centro. In quest’ottica i sindacati avrebbero chiesto informalmente ai responsabili della basi di incentivare e non rifiutare il cosiddetto servizio esterno, cioè coprire parte della raccolta anche nei quadranti di non appartenenza per aiutare i colleghi in difficoltà.
 
Nei prossimi giorni si vedrà se questa rimodulazione avrà effetti sui livelli della raccolta e sulla qualità del servizio. Intanto Ama ha comunicato, all’interno delle misure per ridurre i rischi di contagio da coronavirus, «un’ulteriore ampliamento della forbice oraria per scaglionare i lavoratori in entrata ed uscita dalle sedi operative», spostando da 15 a 30 minuti i tempi di turnover tra le squadre. Circa la raccolta dei rifiuti prodotti da cittadini contagiati da Covid 19 sempre la Municipalizzata ha comunicato in una nota di aver predisposto «un servizio che inizierà con fornitori esterni già a partire dalla giornata di domani».

Intanto va avanti lo scontro tra sindacati (Cgil e Cisl) sulle misure adottate per tutelare la salute dei lavoratori. Domenica sera è saltato di nuovo il tavolo tra le parti e da Corso d’Italia Natale di Cola, segretario di Roma e Lazio, stigmatizza «il silenzio della Raggi» e denuncia: «Ama è l’azienda del Comune di Roma che peggio sta gestendo l`emergenza dovuta al coronavirus. In questo mese ha prodotto venti tra comunicazioni e ordini di servizio, non certamente un vanto ma un limite. Ancora oggi l`azienda non è riuscita a mettere nero su bianco procedure chiare e differenziate per singola figura professionale». Anche ieri le sigle - che continuano a minacciare lo sciopero - hanno chiesto l’intervento della Prefettura, che informalmente avrebbe annunciato di non aver La municipalizzata respinge ogni accusa: «Abbiamo attivato per tempo misure straordinarie di protezione e tutela della salute dei propri lavoratori. Già dal 31 gennaio, infatti, è stato predisposto un pacchetto di disposizioni poi puntualmente adeguate e aggiornate alla luce di quanto stabilito dai vari DPCM che si sono via via susseguiti per contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19». In totale sono state oltre 30 le procedure, istruzioni, ordini e comunicazioni di servizio» in questa direzione. 

Intanto si registrano tensioni in Multiservizi, società partecipata al 49 per cento da Ama. Dopo che il Comune di Roma ha deciso di chiudere i presidio nelle scuole dell’infanzia e nei nidi di Roma Capitale, l’azienda - che gestisce tra le altre cose la pulizia nei plessi - ha messo 2.500 lavoratori in cassa integrazione. Ma, come ha denunciato la Cgil, «stanno a casa a zero euro, perché l’azienda, a differenza di altre controllate comunali, ha scelto irresponsabilmente di non voler anticipare le somme dovute dall’ammortizzatore sociale». Rischiano, quindi, di dover aspettare i tempi di attivazione della cig dell’Inps, prima di vedersi riconoscere l’assegno.

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