Rocca di Papa, storia dell'ultimo “macchiaiolo”: «Il bosco è la mia vita»

Rocca di Papa, storia dell'ultimo “macchiaiolo”: «Il bosco è la mia vita»
di di Luigi Jovino
3 Minuti di Lettura
Domenica 6 Gennaio 2019, 13:22
Luigi De Santis, 67 anni, di Rocca di Papa, è l’ultimo macchiaiolo dei Castelli Romani. De Santis, detto “A' Crastica” è l’erede di una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Attorno ai boschi di Rocca di Papa e di Nemi si collocarono i primi insediamenti delle antiche città Latine, i cui abitanti traevano dal bosco, chiamato macchia, sostentamento, materiali per gli arredi domestici e risorse energetiche. Proprio in questi boschi, dove sorgeva il tempio di Giove Laziale, è nata la mitica Albalonga che ha dato i natali a Romolo e Remo.
Luigi De Santis è figlio del custode dei boschi di Rocca di Papa, città che dispone di un imponente patrimonio forestale e questa professione ha esercitato egli stesso per oltre 40 anni. A’ Crastica sembra un predestinato. E’ nato, infatti, in una casupola in mezzo al bosco, dove i genitori esercitavano la loro professione di custodi e raccoglitori. La mamma lo mise al mondo senza l’aiuto di nessuno. Di sera, poi, avvolto in un capiente scialle di lana, il padre lo portò finalmente tra le quattro mura della piccola abitazione del centro storico di Rocca di Papa. Del bosco Luigi conosce ogni anfratto, segreti e misteri.
È capace di raccogliere funghi in tutti i periodi dell’anno. Per i suoi concittadini la sua esperienza vale di più di quella di un micologo. Molti, dopo aver raccolto funghi passano a casa sua per avere un consiglio. Nel nostro territorio – afferma De Santis - ci sono almeno trenta specie di funghi commestibili e prima di questa estate non era mai capitato che qualcuno morisse per intossicazione. Evidentemente la famiglia colpita da questo tragico evento ha commesso un errore fatale. Il pensiero di Luigi De Santis va alle tre persone morte l’estate scorsa a Rocca di Papa per aver mangiato il terribile fungo Amanita Falloide. Il bosco, però, è prodigo per chi ne sa approfittare. «Una volta - racconta Luigi – ho trovato più di un quintale dei famosi funghi Sfocatelli, una vera specialità castellana che i degustatori sono disposti a pagare profumatamente». Questo tipo di fungo, di cui gli italiani del nord, vanno pazzi, sono stati scoperti dai carbonai sui ceppi percorsi dal fuoco. Oggi con artifici vari se ne riescono a produrre piccole quantità. Non ci sono, però solo funghi. Luigi si nutre anche di erbe selvatiche e frutti di bosco come more, rosa canica, prugne, mele, nespoli selvatici e non disegna neanche di cucinare gustosi piatti a base di selvaggina di bosco e di lago. Per questo motivo gli è stato affibbiato il nomignolo di A’ Crastica, che nel dialetto roccheggiano identifica l’uccello della specie Averla Maggiore, un piccolo predatore che fa incetta di lucertole e topi campagnoli. Per la sua conoscenza degli anfratti più nascosti De Santis è stato spesso chiamato in sostegno delle forze dell’ordine. Qualche anno fa ha ritrovato un bambino down, in gita scolastica, che si era perso. Inoltre nei suoi percorsi quotidiani De Santis ha ritrovato cadaveri o persone che si erano ferite o perdute. Insomma, nonostante la sua età non più giovane, De Santis svolge il ruolo di un vero e gratuito agente del Soccorso Boschivo.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA