Rocca di Papa, l'esplosione in Comune per l'errore di tre operai fuggiti via

Rocca di Papa, esplosione in Comune per l'errore di tre operai fuggiti via
di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa
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Martedì 11 Giugno 2019, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 07:58

Negligenza, errore umano, mancato allarme. Potrebbero finire già oggi sul registro degli indagati i tre operai che ieri mattina avevano iniziato i carotaggi sulla pavimentazione di corso Costituente a Rocca di Papa. Almeno due persone, sentite poi dai carabinieri, che abitano nei palazzi di fronte al Comune, li avrebbero visti bucare la conduttura e scappare via.

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Non a caso i tre, tutti italiani e impiegati in una ditta molisana a cui aveva fatto ricorso la TecnoGeo per eseguire i carotaggi del terreno, sono stati rintracciati dopo diverse ore dalla deflagrazione dai militari della compagnia di Frascati a 150 chilometri dal piccolo comune dei Castelli: avevano quasi raggiunto Isernia. Che si fossero dati alla fuga dopo aver compreso il danno recato alla conduttura del gas? È questa una delle principali domande che si è posto il procuratore capo di Velletri, Francesco Prete. Ieri sera sono stati ascoltati per ore dal pm Giuseppe Travaglini insieme al responsabile della TecnoGeo con sede a Monte San Giovanni Campano in provincia di Frosinone nella caserma del nucleo operativo dell'Arma di Grottaferrata. Gli investigatori hanno messo sotto sequestro le loro apparecchiature. Dalle prime ricostruzioni compiute dagli inquirenti sulla dinamica della deflagrazione, i tre operai avevano da poco bucato il terreno con una trivella, intaccando la conduttura di metano.

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MANCATO ALLARME
A quel punto però, piuttosto che dare l'allarme, sembra che abbiano ricoperto il foro con uno straccio e siano scappati senza dare l'allarme. Tant'è vero che il metano si è propagato lungo la cavità fuoriuscendo in strada per diversi minuti prima dell'esplosione. Dal momento in cui i tre uomini sono stati visti allontanarsi dal piccolo cantiere fino alla deflagrazione sono passati almeno 40 minuti. E le forze dell'ordine, carabinieri e polizia, sono arrivati sul posto quando purtroppo la facciata dello storico palazzo comunale era già crollata, i vetri delle finestre esplosi, in aria era alto il fumo dell'incendio divampato negli uffici e i feriti stavano ancora scappando in strada per chiedere aiuto. «Ero nella mia stanza, al secondo piano, quando ho iniziato a sentire un forte odore di gas e ho visto della gente che usciva dall'edificio racconta Luigi de Minicis, responsabile Lavori pubblici del Comune quando anch'io sono uscito sulla via, mi ha colto un vento caldissimo e poi c'è stato il boato». I lavori erano iniziati soltanto ieri dopo che l'amministrazione comunale, bandendo una procedura di gara, aveva affidato i rilevamenti del terreno per le analisi sulle cavità sotterranee alla TecnoGeo. Gli inquirenti stanno verificando che anche le procedure concorsuali bandite siano state regolari.
 


LA FUGA DEGLI OPERAI
Ma l'aspetto più inquietante, che lascia perplessa anche la Procura di Velletri, riguarda quelle due ore che vanno dalle 9 del mattino alle 11.18, momento esatto dell'esplosione. Da chiarire due aspetti, il primo: se la foratura della condotta sia stata accidentale e se gli operai erano consapevoli di cosa ci fosse sotto al manto stradale. Il secondo ben più rilevante considerato poi l'elenco dei feriti riguarda l'allarme che non sarebbe partito nel momento esatto in cui la tubatura è stata danneggiata. Per una inconsapevole sottovalutazione del rischio o per la deliberata scelta di fuggire in preda al panico? Delle due l'una e oggi potrebbe già arrivare una prima risposta.
 

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