Rissa al Pincio, primi tre indagati. Allerta weekend: Eur e Centro blindati

Rissa al Pincio, primi tre indagati. Allerta weekend: Eur e Centro blindati
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Venerdì 11 Dicembre 2020, 00:34 - Ultimo aggiornamento: 10:26

Dopo meno di una settimana dal fattaccio, il cerchio inizia a chiudersi e sul registro degli indagati finiscono due adolescenti e un maggiorenne. Si delineano i contorni, le presunte responsabilità di chi nel pomeriggio di sabato 5 dicembre ha dato il via alla maxi-rissa tra giovanissimi sulla terrazza del Pincio. Intanto la Prefettura è pronta a varare un piano di controlli straordinario per evitare che scene analoghe possano ripetersi.

C’è un tam tam sui social con post che fissano per oggi e domani per nuovi raduni e possibili vendette.

Eventi da scongiurare. Ieri le linee generali del piano anti-assembramenti sono state coordinate con i vertici di polizia, carabinieri e municipale, nella riunione del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. 

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La Procura minorile di Roma, dunque, ha iscritto per il momento sul registro degli indagati due ragazzini accusati di lesioni personali aggravate dopo che un loro coetaneo è stato picchiato riportando la frattura del setto nasale e una prognosi di 30 giorni. A loro si aggiunge un terzo, sempre minorenne, 16 anni, della periferia Est, indagato anche lui per il pestaggio successivo dentro la stazione della metro Flaminio. Le botte iniziate sulla terrazza, sono infatti proseguite sulla banchina dei treni dove, il ragazzo con la tuta rossa filmato nei video, dopo avere innescato la scintilla al Pincio, questa volta ha avuto la peggio. 


SEQUESTRATE LE TUTE
I minori della rissa al Pincio hanno 14 e 15 anni e un “trascorso” con la vittima risalente a non più di tre mesi fa sempre per un’aggressione avvenuta in strada a Cinecittà a cui all’epoca seguì già una denuncia. I carabinieri della Compagnia Roma Centro sono risaliti a loro grazie alle testimonianze raccolte, compresa quella dell’adolescente con il setto nasale rotto, ai filmati caricati sui sociali e, infine, alle deposizioni rese in caserma da altri giovani identificati ed ascoltati finora. Nelle loro case i militari hanno sequestrato i cellulari e trovato gli stessi indumenti che indossavano al momento delle scazzottate. Il conto finale tuttavia potrebbe aumentare: a ieri i giovani rintracciati erano almeno otto e il numero degli indagati potrebbe aumentare. L’inchiesta dei carabinieri va avanti - si cerca la “scintilla” che potrebbe riguardare il tentato furto di un cellulare - ma non tocca solo quanto accaduto al Pincio. Sotto la lente degli investigatori sono finiti altri pestaggi avvenuti in passato e rintracciati sui social che potrebbero avere come protagonisti gli stessi giovani.


Il 14enne e il 15enne vivono entrambi nell’area Sud-Est di Roma. Uno, il 15enne, quello che aveva la tuta rossa, è diventato celebre sui social per i video caricati che lo vedono come protagonista di altre aggressioni in strada e nel quartiere (ad agosto, per esempio, picchia un ragazzo: lo fa cadere a terra e gli sferra un calcione in volto che gli fa volare gli occhiali), mentre al padre del 14enne - una guardia giurata - sempre i carabinieri l’8 dicembre hanno sequestrato una pistola dopo che il Questore Carmine Esposito ha firmato un provvedimento di ritiro cautelare.

L’uomo ha infatti due figli, il 14enne finito sul registro degli indagati e un altro, diciassettenne, che avrebbe già diversi precedenti alle spalle. La questione Pincio è stata esaminata ieri durante la riunione del comitato convocato dal prefetto Matteo Piantedosi. La reazione delle forze dell’ordine all’evento è stata forte: tutti o quasi i partecipanti sono stati identificati, chi ha sbagliato pagherà. Ma l’allerta rimane alta. Innanzitutto verrà riproposto il modello di controllo anti-assembramenti sulle strade dello shopping (questa volta, però, potrebbero riaprire anche i megastore e i mercati all’aperto) con contingentamenti stop&go nel Tridente e in Prati, presìdi all’Eur e Trastevere, l’elicottero in volo. Nello scorso fine settimana erano state controllate 20mila persone e 8mila esercizi commerciali. 

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