Roma, allerta rifiuti: vermi sotto i cumuli. L’Asl: «Subito bonifiche»

Roma, allerta rifiuti: vermi sotto i cumuli. L Asl: «Subito bonifiche»
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 26 Giugno 2019, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 01:43

Ai gabbiani e ai roditori che rovistano tra i cumuli di rifiuti abbandonati e non raccolti, a caccia di cibo, i romani ci hanno fatto ormai l’abitudine. Ma adesso a infittire lo scenario rendendolo inaccettabile – oltre che spaventosamente maleodorante – arrivano anche le larve della “Sarcophaga carnaria” conosciuta da tutti con il nome, meno poetico, di bigattino. Complice il caldo, con il termometro che in questi giorni ha toccato punte di 35 gradi, diversi cittadini costretti ad abbandonare l’immondizia ai bordi di cassonetti strapieni, si sono trovati davanti intere colonie di vermi bianchi.

A migliaia sono proliferati in diverse zone di Roma dove l’emergenza sulla raccolta rifiuti è di là dall’essere risolta. Soltanto due giorni fa – come ha poi denunciato il gruppo Pd in Campidoglio – in piazza dei Condottieri, all’angolo con via Roberto Malatesta il colore grigio dell’asfalto era coperto dal biancore dei vermi. E non è di certo un caso isolato. Esempi analoghi si rincorrono in molte altre zone. Il Pigneto è uno dei quartieri che più di altri è vittima di questa nuova ondata di degrado. 
 


 
Ma i bigattini si sviluppano e crescono – fino a diventare vere e proprie mosche – anche a Roma Est, nell’area della Tuscolana dalla metro Lucio Sestio a via Ponzio Cominio e poi ancora sulla Cassia, in via Flaminia nuova all’altezza del civico 852 in via Candiani (al Quarticciolo) in svariate parti del X Municipio da Ostia a Dragoncello. I fattori che hanno reso possibile questo sviluppo sono molteplici: la posizione dei cassonetti – due volte su tre sotto al sole – i cumuli di rifiuti indifferenziati e organici che, non raccolti, ad alte temperature iniziano a decomporsi come avviene con le carcasse degli animali. Ecco allora i bigattini che hanno preso a svilupparsi proprio in quelle zone dove la raccolta va a rilento da almeno tre giorni. Bastano infatti meno di 72 ore per far sviluppare questi insetti vicino e sopra i rifiuti organi in fase di decomposizione. Anche l’Asl Rm1 certifica questa situazione: svariate le segnalazioni inviate all’Ama anche sul fronte della mancata pulizia in zone vicino a scuole e ospedali (dieci quelle inviate negli ultimi giorni) agli uffici di via Calderon della Barca. «I bigattini in sé non sono pericolosi per la salute: certo, se le cose restano così la situazione potrebbe cambiare e diventare più pericolosa – spiega Alessandra Brandimarte, vice responsabile del Sisp, il Servizio igiene e sanità pubblica dell’Asl Rm1 – in tutte queste zone sarebbe però necessario non solo rimuovere i rifiuti ma provvedere a una sanificazione e a una bonifica dei cassonetti e dell’asfalto almeno di prossimità». Che fa l’Ama? Diffonde delle note, l’ultima ieri, dove si legge: «Sono in corso attività a ciclo continuo di igienizzazione e sanificazione intorno alle postazioni dei cassonetti stradali, in particolare quelli marroni dedicati agli scarti alimentari e organici, con circa 1.500 interventi». Ma le segnalazioni continuano a piovere con la stessa velocità con cui si sviluppano i bigattini. A rendere difficile il sistema di raccolta, anche le 4 cooperative – Multiservizi, Sangalli, Avr e Sarim – che lo scorso gennaio hanno vinto l’appalto per la raccolta dei rifiuti non domestici (scuole, mercati, ospedali e negozi). Il personale è poco e non sempre si riescono a coprire i turni. Morale? I negozianti, ad esempio, tra questi anche bar e ristoranti, scaricano nei cassonetti normali ma l’Ama non riesce a smaltire anche perché l’impianto di Rocca Cencia è stracarico. Per la gioia di larve e mosche. Arrivate a dar man forte a topi e gabbiani.

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