Roma, ok al Tmb di Guidonia: i rifiuti verso Cerroni

Roma, ok al Tmb di Guidonia: i rifiuti verso Cerroni
di Francesco Pacifico
4 Minuti di Lettura
Martedì 16 Marzo 2021, 00:14

Manlio Cerroni dovrebbe a breve tornare a essere uno dei principali fornitori di Roma e l’Ama. Cioè a trattare e a smaltire la spazzatura della Capitale, sulla quale ha costruito la sua fortuna. Infatti la Regione ha sbloccato il Tmb dell’Inviolata, a Guidonia, portando anche da 90mila a 190mila le tonnellate di immondizia che questo impianto per il trattamento dell’indifferenziato può lavorare ogni anno. Uno sbocco in più per Ama (controllata dal Campidoglio), che di proprietà ha soltanto una struttura simile (Rocca Cencia, tra l’altro destinata a una manutenzione straordinaria) e manda a costi molto elevati l’80 per cento di quanto raccoglie a fornitori privati. 

Roma, salvataggio di Ama e Atac: conto salato (da 490 milioni) per il Comune

In realtà sul futuro dell’Inviolata ci sono ancora nodi da risolvere: servono le ultime relazioni tecniche sul collaudo e sulla tenuta idrogeologica dei pozzi di monitoraggio; bisogna migliorare i collegamenti da e verso il sito; parliamo di un impianto fermo da anni che quindi necessità di alcune manutenzioni; lo stesso Cerroni è impegnato a chiudere alcune questioni con le banche che lo hanno spinto a scrivere anche al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; ultimo ma non meno importante, ci sono le proteste dei territori coinvolti.

Detto questo, la Regione ha detto che l’impianto può ripartire e non soltanto perché l’imprenditore è stato assolto dall’accusa di aver violato il vincolo paesaggistico del Parco archeologico dell’Inviolata. Nella determina scritta dalla direzione Ambiente di via Cristoforo Colombo si legge che il Tmb «risulta fondamentale (anche a seguito degli incendi avvenuti negli impianti di Albano Laziale e di Roma, via Salaria) per la chiusura del ciclo integrato di rifiuti urbani all’interno dell’Ato Roma, riportato sia nel precedente piano dei rifiuti che nell’aggiornamento del piano regionale 2019-2025». 

INVESTIMENTI
E a questo punto entra in gioco Ama, municipalizzata dei rifiuti che nel suo piano industriale in via di approvazione ha inserito la costruzione di un Tmb; manda 200 tonnellate di talquale fuori provincia e fuori regione a costi molto elevati; dovrà ridurre quest’anno la produzione del suo unico impianto di trattamento meccanico-biologico, quello di Rocca Cencia, che oggi lavora 500 tonnellate al giorno e, prima del sequestro cautelativo della Procura di Roma, ne gestiva a regime 750. 

Per la precisione negli ultimi anni, anche quando il nome di Cerroni era impronunciabile per l’amministrazione capitolina targata Cinquestelle, via Calderon de La Barca si è di fatto sempre servita dei suo impianti tra le 410mila inviate nel 2020 ai Tmb di Malagrotta di Egiovi (gestiti da un commissario nominato dal Tribunale e non direttamente dal 90enne imprenditore) e le 81mila destinate ai tritovagliatori della Porcarelli, che a sua volta ha affittato questi asset dallo stesso Cerroni. Comunque, se un tempo c’era un veto grillino, adesso l’amministratore unico della municipalizzata, Stefano Zaghis, molto concretamente dice di «voler capire quando il Tmb Guidonia diventerà operativo e di guardare, come fornitore, a tutte le possibilità offerte dal mercato sul territorio». Certo è che questo sbocco potrebbe risolvere il nodo aperto dopo l’incendio al Tmb Salario, dove si lavoravano quasi 160mila tonnellate all’anno. Senza contare che ben presto dovrà partire la manutenzione straordinaria a Rocca Cencia: la municipalizzata ha presentato in Regione sia la richiesta per una nuova Aia (autorizzazione di impatto ambientale) sia il progetto dell’intervento, che prevede il revamping delle due linee (prima una eppoi un’altra per non fermare i conferimenti), la costruzione di un nuovo capannone per la trasparenza, oltre alla richiesta di tornare alle 750 tonnellate al giorno. Questi atti sono ora oggetto di una conferenza di servizio, che durerà a meno di sorprese 60 giorni. Poi, dopo, si dovrà stabilire il calendario delle operazioni. I tempi, quindi si allungano e anche per questo Ama starebbe studiando come evitare di lanciare un bando di gara e affidare i lavori in house.

Ma Cerroni potrebbe non soltanto rafforzarsi come fornitore di Ama. Zaghis nel suo piano industriale ha inserito anche «la realizzazione di un impianto TMB da 540.000 t/a, unitamente a ulteriori 4 tritovagliatori mobili». Il manager vorrebbe costruirlo ex novo anche per ridurre le emissioni, mentre il suo azionista, il Campidoglio, ne vorrebbe comprare uno già esistente. Pare che in quest’ottica si sia bussato alla porte del Supremo per comprare gli impianti Colari di Malagrotta. Ma l’imprenditore - al momento - avrebbe rifiutato ogni proposta.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA