Dopo quelli per l'Olanda i treni carichi di rifiuti di Roma viaggeranno anche verso la Germania. Sia perché in Italia è diventato quasi impossibile per Ama trovare discariche libere sia, soprattutto, perché dopo la Pasqua la Capitale rischia di tornare in emergenza: cioè con i cassonetti stracolmi e i sacchetti che rimangono sui marciapiedi nelle aree che storicamente registrano più difficoltà (i quadranti Est e Nord della città).
A lanciare l'allarme, durante un vertice che si è tenuto mercoledì in Campidoglio, le prime linee della municipalizzata e quelle del Dipartimento Ambiente del Comune.
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Il piano per Pasqua
Da via Calderon de La Barca fanno sapere che nel weekend di Pasqua non dovrebbero registrarsi problemi per la raccolta dei rifiuti: domenica saranno in servizio 700 operatori, a Pasquetta 1.200. E di questi oltre il 20 per cento sarà impegnato tra il Centro e il Vaticano. Sempre l'azienda, intanto, ha comunicato di avere istituito un fondo permessi e ferie solidali per la cessione, a titolo gratuito, da parte dei dipendenti di giorni e ore libere ai colleghi che necessitino di dare assistenza e/o cure ai figli.
Spaventa quello che succederà dalla prossima settimana. Sul fronte della raccolta Roma sta registrando in questi giorni poche criticità perché molta immondizia viene scaricata nelle fosse dei Tmb Ama di Rocca Cencia e di quelli della E.Giovi a Malagrotta. Ma questi spazi stanno per finire, senza contare che la municipalizzata deve ancora trovare dove mandare circa 200 tonnellate al giorno, un tempo lavorate da E.Giovi, alle quali potrebbe aggiungersi le 150 da inviare ad Aprilia.
Nel vertice di mercoledì la municipalizzata e il Comune si sono imposti di trovare altri sbocchi (discariche e Tmb), ma al momento l'unica soluzione è quella dei viaggi della speranza all'estero: gli inceneritori tedeschi e olandesi hanno più disponibilità dopo che la Gran Bretagna, per la Brexit, ha smesso di spedire lì i suoi rifiuti. Tutto bene? Non proprio, perché con la crisi Ucraina via Calderon de La Barca fatica a trovare container sui treni per il Nord Europa.
Malagrotta
Sempre sul fronte dei rifiuti si registra poi un'altra tegola per il Comune: le famiglie Cerroni e Giovi, proprietarie dell'ex discarica di Malagrotta, hanno fatto ricorso al Tar contro il decreto del governo, che ha nominato un commissario (il generale Giuseppe Vadalà) per far partire la bonifica del sito chiuso nel 2013 ed evitare le sanzioni della Ue. Un intervento da mezzo miliardo di euro, recuperato con fondi della coesione europea. Secondo Cerroni e Giovi, non ci sono i presupposti per questo provvedimento: hanno pronto un progetto per la ricopertura dell'area (il cosiddetto capping) e c'è una società in piena gestione che può gestire la bonifica senza bisogno di un commissario.