Roma, sulle strade di Putin dopo poche ore torna il caos rifiuti

Roma, sulle strade di Putin dopo poche ore torna il caos rifiuti
di Camilla Mozzetti
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Sabato 6 Luglio 2019, 07:16
Che meraviglia, giovedì mattina, via della Conciliazione libera dagli ambulanti e dai camion bar con la Basilica di San Pietro che svettava sullo sfondo, i turisti a passeggio che alzavano la testa e vedevano soltanto bellezza senza che ci fosse un solo cestino pieno di cartacce e rifiuti a offuscar loro la vista. E la fontana delle Naiadi, libera dal traffico e dagli scoppiettii degli autobus malandati dell'Atac, era lì a santificare piazza della Repubblica come in nessun altro giorno. Ma nulla accade mai per caso. Giovedì scorso Roma ha provato a mostrare la parte migliore di sé mostrando una città più ordinata, più pulita. Ma anche l'igiene parafrasando Rousseau e il suo rispetto più che una scienza rappresentano una virtù. E virtuosa la gestione di Roma non lo è da tempo. Tant'è vero che l'incantesimo è stato creato per un unico scopo ed è durato meno di un giorno.

Caos rifiuti, l’ombra del commissario
 
 


Da Mosca arrivava il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, e dunque era doveroso onorare al meglio la sua visita istituzionale. Per poche ore, dunque, Roma con addosso i panni di un ammaliante cantastorie è riuscita nel suo intento: creare una magia che però si è dissolta non appena il presidente russo ha varcato l'area di Fiumicino per far ritorno a casa. Con la stessa velocità con cui si è svolta la sua visita, la Città Eterna è tornata quella di sempre e le stesse zone che hanno abbracciato il corteo presidenziale sono tornate vittime del degrado. Rifiuti, abusivi, degrado. Aveva ragione Calvino quando ammoniva: «Questo che voi chiamate ordine è uno sfilacciato rattoppo della disgregazione».
Ripercorrendo strada per strada e provando a guardare la città con gli stessi occhi di Putin, che giovedì l'ha attraversata a bordo della sua limousine super corazzata, si scopre la città di sempre. Quella che i romani odiano e i turisti detestano. Quella che rimbalza come uno zimbello sulle cronache di mezzo mondo. Quella che viene criticata a ragion veduta e quella che non trova una via di salvezza. Sono oltre 50 le strade che il presidente russo ha percorso nell'itinerario studiato dall'ufficio di Gabinetto della Questura di Roma ed elaborato sulla base degli incontri che si sono svolti in Vaticano, al Quirinale e poi a palazzo Chigi, passando per Villa Madama. Cinquanta è più angoli della città intonsi e immacolati giovedì che ieri sono tornati a essere drammaticamente sinceri. Non li ha visti Putin, andando da Papa Francesco, i senzatetto che dormivano sui prati di viale delle Terme di Caracalla, le ha schivate con lo sguardo, passando per piazza Venezia, le cartacce, le bottiglie d'acqua vuote, persino le carcasse dei piccioni ricoprire il manto erboso ai piedi dell'Altare della Patria. Non li ha visti gli angoli che da Largo Argentina portano al Centro in un reticolo di viuzze storiche invase dai cattivi odori e dai rifiuti accatastati agli angoli dei portoni di palazzi centenari.

IL PERCORSO
E se anche fosse rimasto meravigliato dalla maestosità della chiesa di Santa Maria in Vallicella ieri sul piazzale erano tornati a radunarsi gli sbandati mentre un cumulo di rifiuti che l'Ama non è riuscita a togliere aveva assunto la conformazione di una piccola montagnola. Sicuramente quando ha attraversato ponte Vittorio Emanuele al presidente sarà sfuggito l'ambulante di turno che sull'uscio di un negozio in via San Pio X vendeva ieri acquarelli e piccoli disegni sulla Capitale. Poi ecco il dramma, quello che nonostante le promesse del Comune e dell'amministrazione di Virginia Raggi, è tornato in scena in via della Conciliazione. I camion bar allontanati giovedì dalle autorità sono tornati a macinare affari. Bibite e gelati ai piedi del Colonnato. Neanche l'area intorno allo Stadio Olimpico che abbraccia Villa Madama si è potuta salvare dall'abbrutimento della sua routine degradata. Il parco Mazzanti su via Gomenizza, che Putin ha percorso dirigendosi all'aeroporto e che era stato ripulito dalle erbacce, ieri ha ospitato una squadra dei vigili del fuoco intervenuta per spegnere un rogo. Dov'è divampato? Tra le stesse erbacce tagliate che però non erano state smaltite. Un groppo alla gola assale chi percorre la circonvallazione Trionfale e poi via Cipro. In meno di 24 ore le strade sono tornate ostaggio dei miasmi. Su via Anastasio II e poi su via Gregorio VII poco prima di Villa Carpegna i residenti di alcuni palazzi erano sull'uscio dei portoni fermi come fantasmi a guardare l'immondizia. «Ieri ci siamo illusi perché avevano ripulito un po'», spiegava un residente al civico 474 «e adesso siamo tornati punto e a capo. Mi chiedo come mai lo zelo mostrato ieri per ripulire la città non venga garantito nel quotidiano». Già perché i rifiuti hanno sommerso anche l'orgoglio Capitale?
 
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