Roma, emergenza rifiuti. I medici: «Con la spazzatura non raccolta ristoranti a rischio chiusura»

Roma, emergenza rifiuti. I medici: «Con la spazzatura non raccolta ristoranti a rischio chiusura»
di Fabio Rossi e Alessia Marani
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Venerdì 5 Luglio 2019, 11:04

Al danno, ora, potrebbe aggiungersi la beffa. Dopo le farmacie multate a causa degli errori nella raccolta differenziata di carta e cartone, che i responsabili attribuiscono proprio «all'impossibilità di poter conferire correttamente i rifiuti», visti i cassonetti ovunque stracolmi, ora una vera stangata potrebbe abbattersi sui pubblici esercizi, e i particolare sui ristoranti. «In caso di ispezioni, saremmo costretti a chiuderne tanti, proprio per le precarie condizioni igieniche dei luoghi», hanno spiegato i responsabili dell'Igiene pubblica nell'incontro di ieri: la presidente di Ama Luisa Melara e l'ad Paolo Longoni hanno esaminato la situazione con il presidente dell'Ordine dei Medici di Roma Antonio Magi, accompagnato dal vicepresidente Pier Luigi Bartoletti, e con rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Ordine dei Medici Veterinari e della Asl Rm2. Obiettivo: «Monitorare l'evolversi della situazione» e, soprattutto, «veicolare un'informazione corretta» alla cittadinanza. Ma dalla riunione sono emersi particolari allarmanti, come quelli che riguardano bar e ristoranti. Situazione che non lascia dormire tranquilli al punto che nel rapporto tra Campidoglio e nuovo Cda di Ama sembrano esserci già le prime crepe.

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Le ultime dichiarazioni, rilasciate in commissione Trasparenza dall'ad, Paolo Longoni «La differenziata è un inutile costo» e dal delegato operativo Massimo Ranieri «l'emergenza sarà risolta a Natale» hanno indispettito e non poco la sindaca a tal punto che con i suoi si sarebbe sfogata lasciando intendere la possibilità di un nuovo cambio per i vertici dell'azienda. Dal Campidoglio smentiscono. I problemi ora sono altri. In Prefettura tengono la situazione costantemente sotto controllo. Ogni giorno arrivano a Palazzo Valentini decine di segnalazioni, in gran parte via mail, corredate da foto che illustrano un panorama fuori controllo: cassonetti strapieni da giorni, sacchetti dell'immondizia che invadono le strade e rendono impraticabili i marciapiedi, puzza che sale fino ai piani alti degli edifici. E un'impennata dei roghi di rifiuti: se a maggio erano stati una cinquantina, a giugno questa cifra si è quadruplicata. Uno stato di grave emergenza, in cui versa la Capitale, che la Prefettura continua a sottolineare girando le segnalazioni a Campidoglio, Ama e Regione e tenendo costantemente informato il ministero dell'Interno. La prima relazione, molto dettagliata, era partita lo scorso 11 giugno, in occasione dell'audizione del prefetto Gerarda Pantalone da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, presieduta da Stefano Vignaroli (M5S). E il Viminale segue costantemente gli sviluppi della situazione.
LA SITUAZIONE
Mentre la Città eterna continua ad affondare nei rifiuti, è annunciata per oggi l'ordinanza della Regione che - con i poteri sostitutivi che un governatore può esercitare «qualora si verifichino situazioni di eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell'ambiente, e non si possa altrimenti provvedere» - sancirà che «tutti gli impianti di trattamento dei rifiuti del Lazio garantiscano la massima operatività per accogliere i rifiuti prodotti dalla città di Roma». Con il timing, suggerito dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, accolto dalla Regione: meno di dieci giorni per pulire la città «perché con 40 gradi i rifiuti non possono stare per strada». Ma l'ordinanza, che sarà firmata da Nicola Zingaretti, fissa anche una serie di obblighi da adempiere per l'Ama: in particolare, la municipalizzata dovrà anche assicurare la funzionalità di idonee infrastrutture logistiche, come stazioni di trasferenza e aree di trasbordo. Ma anche dotarsi di «ulteriori impianti di trattamento mobili», come i Tmb semoventi di ultima generazione. Su questi punti l'azienda di via Calderon de la Barca è al lavoro per trovare le soluzioni giuste, d'intesa con il Campidoglio. Ma i tempi sono strettissimi, e domenica chiuderà anche il sito di trasferenza di Ponte Malnome.

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