Rifiuti Roma, salta la mini-proroga per gli impianti laziali: immondizia verso l'estero

Rifiuti Roma, salta la mini-proroga per gli impianti laziali: immondizia verso l'estero
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 10 Ottobre 2019, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 08:02

Sul fronte dei rifiuti Roma sta correndo a duecento all'ora verso un muro: presto si ritroverà senza discarica e in perenne carenza di impianti. Ieri, nella riunione della cabina di regia al ministero dell'Ambiente, come unica soluzione alla chiusura dal primo gennaio della discarica di Colleferro (ogni giorno riceve 1.000 tonnellate di scarti dei rifiuti romani) è stata indicata una vecchia e costosa ricetta: spedire i rifiuti all'estero. A parole Roma Capitale ha, poi, assicurato che sarà approvato il bilancio di Ama, salvo poi precisare: «Entro la fine dell'anno». E ha anche aperto a nuovi impianti, ma senza precisare quali.

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DALL'EMILIA
Al vertice, oltre ai dirigenti del ministero, c'era una delegazione del Campidoglio guidata non dall'assessore ai Rifiuti (come sarebbe normale, ma Roma non lo ha) ma da Max Bugani (storico esponente del Movimento ma in Emilia, nonché socio di Rousseau e oggi capo staff della sindaca Virginia Raggi). Con lui Valeria Allegro (già assessore al XII Municipio), che la Raggi ha nominato non assessore, ma delegata ai rifiuti. Per la Regione l'assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani. Però è finito sostanzialmente con un nulla di fatto il vertice, chiesto qualche settimana fa a gran voce dalla sindaca, che ha anche denunciato di «essere stata lasciata sola», provocando le ire del ministro Sergio Costa.

La Raggi vuole la proroga dell'ordinanza regionale (scade il 14 ottobre) che impone agli impianti del Lazio di ricevere la spazzatura romana; Valeriani ha spiegato che a oggi la Capitale non ha rispettato le prescrizioni indicate dalla prima versione dell'ordinanza, visto che Ama non ha approvato il bilancio. Inoltre, Roma Capitale ha bocciato il piano regionale dei rifiuti e continua a dire no a qualsiasi ipotesi di discarica che prenda il posto di quella di Colleferro. Così la Regione, nel corso del vertice e per non andare alla rottura, ha fatto notare che gli impianti di trattamento a disposizione sono sufficienti e che, a meno di nuove emergenze, non serve una proroga ora che l'impianto di Malagrotta sta tornando a regime. Nonostante questo, il Comune ha parlato di «nuovo clima collaborativo» con la Regione e di «soddisfazione per l'apertura alla proroga».

Bene, ma che faremo quando la discarica di Colleferro - tra 80 giorni - chiuderà? Semplice: porteremo i rifiuti all'estero. Al riguardo l'assessore Valeriani fa sapere: «Il Comune si è impegnato a trovare soluzioni ponte per gestire la transizione, risposte che guardano a un accordo con l'estero». Problema: in linea teorica bisognerebbe indire una gara di valenza europea, difficile per un'Ama con il bilancio non ancora approvato, e dunque il tempo a disposizione non è sufficiente. In alternativa si può pensare all'affidamento diretto. Varie le ipotesi: la Bulgaria, la Danimarca, la Svezia. Ma il costo sarebbe salatissimo: 200 euro a tonnellate, praticamente, il 30 per cento in più di quanto si spende normalmente. Secondo gli esperti difficilmente si farà in tempo per il Primo gennaio.

Sempre ieri Roma Capitale ha diffuso una nota: «Non è esclusa la possibilità di lavorare insieme alla realizzazione di realtà impiantistiche innovative e pubbliche che consentano uno sviluppo virtuoso del ciclo dei rifiuti nella Regione Lazio». Di quali impianti si sta parlando non viene precisato, anche se l'ipotesi più probabile è quello di selezione del materiale di Colleferro. Matteo Salvini, che ha iniziato la scalata a Roma, ne approfitta: «Vergogna Raggi, l'unica risposta che hai dato all'Ama sono sulle poltrone: dimettiti!». Replica della sindaca: «Direi anche a te dimettitì ma da cosa? Non hai mai lavorato in vita tua».

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