Trasferiti in 300 dalla scrivania di un ufficio o da una postazione in una guardiania e mandati in strada per fare da ispettori, per guidare i camion o, in alcuni casi, per spazzare i marciapiedi. Stretta in Ama per ridurre il numero degli inidonei - attualmente sono 1.500 ma con diverse gradi - i dipendenti che per le loro condizioni di salute sono costretti a non poter svolgere tutte le mansioni chieste agli operai della municipalizzata dei rifiuti. Dall'azienda ci tengono a sottolineare che «non si tratta di lavoratori imboscati o di falsi invalidi», ma di gente alla quale, negli ultimi anni, non è più stato valutato il livello di inidoneità, che in tantissimi casi è temporaneo. Sì, perché gli attuali amministratori di Ama hanno notato che i loro predecessori avevano interrotto da almeno un biennio le visite di controllo: di più, ce n'erano circa 5mila in giacenza. Risultato? Con il ritorno in campo delle commissioni mediche, si è scoperto che rispetto al passato 300 dipendenti potevano coprire mansioni più onerose dal punto di vista fisico: persino guidare un mezzo o spazzare le strade.
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Non poco per via Calderon de La Barca, in una fase nella quale la municipalizzata lamenta un deficit di personale di almeno 500 addetti ed è tornata nell'occhio del ciclone per i ritardi nel ritiro dei rifiuti in alcune zone della Capitale o per le tante vie del Centro coperte da cartacce e bottiglie.
Una situazione che sta allarmando non poco il sindaco Roberto Gualtieri.
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IL VERTICE
Alla riunione di ieri Gualtieri e Ama avrebbero concordato di utilizzare i poteri di commissario ai rifiuti appena concessi dal governo (quelli necessari per costruire il termovalorizzatore) per velocizzare le procedure per le gare per i nuovi mezzi e per assegnare il ritiro delle utenze non domestiche di bar e ristoranti così come le pratiche per reclutare personale. Al riguardo, oltre ai 150 addetti che entreranno nella municipalizzata entro giugno, il Comune si sarebbe detto pronto ad autorizzare l'ingresso di altri 400 addetti. Sempre ieri il Campidoglio ha approvato in giunta una proroga fino al 31 dicembre al contratto di servizio per Ama. Poi lunedì la Regione dovrebbe sciogliere i primi nodi posti dalla Ecoambiente - soprattutto sull'interdittiva antimafia che grava sul proprietario dell'area, la Pontina ambiente - per riaprire la discarica di Albano.
Intanto montano le critiche all'amministrazione. Parla di «situazione rifiuti evidentemente fuori controllo» Flavia De Gregorio di Azione. Andrea De Priamo (FdI) lamenta maggiori criticità in periferia. Secondo la Fp Cgil, «vanno affrontati i veri problemi che sono alla base dei disagi che vive la città per i rifiuti e non fare come in passato quando si cercavano solo capri espiatori criminalizzando i lavoratori. Confcommercio ha chiesto un tavolo permanente di confronto con il Comune, mentre dal fronte degli albergatori, Giuseppe Roscioli spiega che «serve una migliore organizzazione».