Roma, nuovo stop alle discariche, città in crisi per un cavillo

Roma, Nuovo stop alle discariche, città in crisi per un cavillo
di Lorenzo De Cicco e Francesco Pacifico
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Domenica 9 Febbraio 2020, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 16:44

«Speriamo che le discariche riaprano già nelle prossime ore, anche se è domenica. Serve collaborazione da parte di tutti», commentava ieri notte l’ad di Ama, Stefano Zaghis, dopo una girandola di riunioni per scongiurare l’ennesima crisi dell’immondizia che minaccia Roma, con tanti quartieri già alle prese (di nuovo) con i sacchetti in strada e sui marciapiedi. «Il problema del Lazio è la mancanza di impianti - dice il manager a capo di Ama - basta che manchi un tassello e si va in sofferenza. Per questo è importante che il sito di Monte Carnevale apra il prima possibile, entro l’anno».

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Intanto per colpa di un cavillo - o meglio di un eccesso di burocrazia - anche ieri le discariche di Civitavecchia e Roccasecca sono state off limits per la spazzatura di Roma. Creando non pochi problemi. Anche oggi i camion potrebbero non partire verso gli impianti: per riportare nelle due discariche l’immondizia trattata dai Tmb cittadini si dovrà attendere, molto probabilmente, la giornata di domani.
 


 
Mercoledì Valter Lozza della Mad, proprietario dei siti di Civitavecchia e Roccasecca, ha deciso di sospendere l’invio dei materiali provenienti dai “Tmb” romani, i centri di trattamento che trasformano l’indifferenziato raccolto da Ama. Alla base della decisione il giallo su come classificare gli scarti con il cosiddetto codice a specchio, che stando alle disposizioni di legge può contenere contemporaneamente materiale pericoloso e non. Dopo una recente sentenza della Corte di giustizia Ue, tocca a tutti gli attori della filiera, comprese le discariche, analizzarne il contenuto. Onere che sarebbe insostenibile e rischioso dal punto di vista legale secondo Lozza, tanto da fermare le attività nei suoi impianti e da chiedere al ministero dell’Ambiente delle linee guida ad hoc. Questo atto, realizzato dal dicastero insieme a Ispra e ad Arpa Lazio, sarà pronto per martedì, anche se dal governo fanno sapere che si confermeranno gli attuali oneri di controlli in tutti i passaggi del trattamento e dello smaltimento. Saranno soltanto specificate le analisi chimiche da effettuare. In ogni caso, le linee guida non avranno valore di legge.

Per evitare l’ennesima crisi, venerdì la Regione aveva già scritto alla Mad, “invitandola” a riprendere le attività, spiegando che sarebbe stato sufficiente far allegare ad Ama e alle aziende dei Tmb una relazione sui materiali contenuti nei rifiuti. Ma non è bastato: Lozza, che si accinge a presentare la richiesta di autorizzazione per costruire la nuova discarica a Monte Carnevale, avrebbe chiesto ai suoi clienti ulteriore documentazione, cioè un documento con «diagramma di flusso» per specificare come vengono messi in sicurezza i rifiuti potenzialmente pericolosi (pile o solventi) e la loro percentuale. Atti che Ama come il Tmb di Colari sono riusciti a redigere soltanto nella tarda serata di ieri. Risultato? Per tutta la giornata circa 1.600 tonnellate di rifiuti raccolti in città - stipati in buona parte nel centro di trasferenza di Ama a Rocca Cencia - non sono potuti partire per gli impianti di lavorazione, che mandano gli scarti da Mad. La situazione è così delicata che ieri sera Ama ha chiesto ai Tmb privati di Malagrotta di accettare subito 400 tonnellate di materiale, visto che Rocca Cencia è satura. Intanto l’ex assessore di Raggi, Paola Muraro, ha denunciato che a Roma il ciclo dei rifiuti «è solo un percorso spezzettato in tanti rivoli», e ha consigliato di guardare ai termovalorizzatori e alle nuove tecnologie.

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