Rifiuti, a Roma è emergenza: il giallo dei cassonetti bruciati

Rifiuti, a Roma è emergenza: il giallo dei cassonetti bruciati
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 27 Dicembre 2018, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 14:09

Una serie di strani roghi sta dando il colpo finale a una città già agonizzante sul fronte della raccolta dei rifiuti. Prima, l'11 dicembre, è bruciato l'impianto di trattamento di via Salaria; poi, a Natale, si sono moltiplicati gli incendi, in diversi quartieri, dei cassonetti, proprio nei giorni in cui la città è ricoperta di spazzatura perché il piano Salva Roma - trasportare in altre province i rifiuti che prima andavano al Salario - non è ancora completato. Massimo Bagatti, direttore esecutivo dell'Ama, non vuole parlare del rogo del Tmb perché c'è un'inchiesta della procura in corso, però dopo la raffica d'incendi di cassonetti (cinque i casi solo tra Natale e Santo Stefano) una frase se la lascia scappare: «Sembra quasi che Ama sia sotto attacco. E quell'incendio al Salario era molto anomalo». Ama vuole denunciare i responsabili dei roghi, ma prima è necessario individuarli.

Natale (ma anche Capodanno) con i rifiuti per strada a Roma era ampiamente annunciato. Ma a peggiorare la situazione si sono aggiunti i roghi dei cassonetti, una decina, a Prati, al Prenestino, a Capannelle, sulla Palmiro Togliatti, a Centocelle. A Tor Sapienza, in via Costi, proprio a Natale qualcuno ha bruciato i rifiuti lasciati per strada. Le statistiche elaborate da Ama dicono che gli incendi dei cassonetti negli ultimi due anni sono triplicati rispetto al passato. In altri termini: tra il 2008 e il 2016 Ama aveva archiviato 650 roghi di cassonetti; nel 2017 e nell'anno che sta per finire sono stati 595. Praticamente 300 all'anno. C'entrano i piromani, in alcuni casi sono stati fermati dei vandali. C'è da valutare se si possa parlare di reazione esasperata alla piaga dei rifiuti non raccolti, ma all'Ama non credono molto a questa ipotesi per la maggior parte degli episodi. I rifiuti a fuoco a Tor Sapienza invece potrebbero rientrare in questa casistica. Diaco però fa capire che c'è il sospetto che qualcuno voglia mettere in difficoltà Roma Capitale.

NEL MIRINO
Ad essere colpito, anche in questo periodo natalizio c'è uno dei municipi che nei mesi scorsi aveva subito maggiormente l'assalto dei piromani (c'era stato anche un fermo): il VII, vale a dire il Tuscolano. Nelle ultime due notti il fuoco ha distrutto cassonetti al quartiere Statuario e su via Tuscolana, dove i piromani avevano già agito anche nelle settimane precedenti. Monica Lozzi (M5S), presidente del VII Municipio: «Dopo l'indagine della procura di qualche tempo fa, per un mese avevamo avuto una tregua, però nelle ultime settimane si sono nuovamente intensificati i roghi dei cassonetti.

Prima di Natale, tra l'altro, il fuoco ha danneggiato anche la vetrina di un negozio, sulla Tuscolana. Pure delle automobili parcheggiate vicino ai cassonetti hanno i segni di questi incendi. Ormai è arduo capire cosa ci sia dietro questo episodi, non so più cosa pensare». Difficile credere a una protesta perché ci sono i rifiuti per strada: la presidente Lozzi non si è mai risparmiata nel denunciare i ritardi dell'Ama nella raccolta della spazzatura, ma va anche detto che sulla Tuscolana la situazione era tutto sommato sotto controllo, la raccolta è meno lacunosa che in altre aree. «No, non penso che sia una forma per quanto folle di protesta», aggiunge.

Le altre zone in cui sono stati segnalati degli incendi sono nel V Municipio, ma anche in quartieri centrali come Prati. Il problema è che questa nuova serie di roghi arriva nei giorni peggiori, con Ama in affanno nella raccolta dopo che è venuto a mancare il contributo dell'impianto di trattamento di via Salaria. Per questo in Campidoglio prende forza la tesi che vi sia una sorta di disegno. Lo dice espressamente il presidente della commissione ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco (M5S): «I dati sono inquietanti. Nel periodo 2008-2016 a Roma sono stati incendiati circa 640 cassonetti, con una media di 80 all'anno. Tra il 2016 e il 2018 i cassonetti andati a fuoco sono stati 590, pari a 295 all'anno. I municipi più colpiti sono stati il VII e il X. In due anni, sono stati bruciati quasi lo stesso numero di cassonetti di quelli incendiati negli otto anni precedenti. Sempre negli ultimi due anni sono andate a fuoco anche due isole ecologiche e l'11 dicembre il tmb. Nessuno pensi di poterci intimidire con atti vili e criminali».

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