Malagrotta, nuovo scontro sui rifiuti: «Il Tmb non deve rallentare»

Malagrotta, nuovo scontro sui rifiuti: «Il Tmb non deve rallentare»
di Mauro Evangelisti
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Venerdì 13 Settembre 2019, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 13:14
L’Ama allo scontro con EGiovi. E si rischia il big bang. La partita si gioca su due diversi campi: il primo è quello della quantità di rifiuti accettati dai due impianti di trattamento di Malagrotta, con la manutenzione che sta durando più del previsto moltiplicando le difficoltà della raccolta; il secondo è quello del lodo in base al quale, anche per decisione del tribunale, Ama deve pagare a EGiovi 90 milioni di euro, una cifra altissima, per la bonifica della vecchia discarica (20 milioni sono già stati versati, degli altri 70 si parlerà in un incontro nei prossimi giorni). Da sapere: EGiovi è una società del gruppo di Manlio Cerroni, ma è guidata in questa fase da un amministratore nominato dal tribunale, Luigi Palumbo.

I tmb di Malagrotta lavorano circa il 40 per cento dei rifiuti indifferenziati raccolti a Roma dall’Ama: se ci sono dei problemi in quegli impianti, il sistema va in tilt. In aprile Palumbo ha comunicato ad Ama che sarebbero stati necessari lavori di manutenzione con una riduzione di 500 tonnellate giornaliere di rifiuti lavorati. Il seguito è noto: Ama e Roma Capitale non hanno saputo gestire al meglio la situazione di difficoltà, le strade si sono riempite di spazzatura. C’era la promessa che i tmb di Malagrotta sarebbero ripartiti a pieno regime il 13 settembre, vale a dire oggi. Un mese fa Palumbo ha comunicato: a causa di un incidente probatorio in uno dei due tmb disposto dal giudice, non possiamo svolgere i lavori di manutenzione, per cui torneremo alla normalità soltanto a novembre.

Per Ama è stata un brutta tegola. Ma l’altro giorno ecco il nuovo colpo di scena: il cda di Ama (in particolare il consigliere Massimo Ranieri) ha inviato una lettera ad EGiovi mettendo in dubbio l’incidente probatorio, vale a dire le ragioni del rallentamento. «Non ci risulta che vi sia un incidente probatorio», in pratica scrive Ranieri. Sembra sottintendere che EGiovi abbia rallentato i lavori di manutenzione volutamente per mettere in difficoltà Ama e Roma. Si legge nella lettera: «Allo scrivente non risulta alcun incidente probatorio, trattandosi, invece di una semplice istanza di incidente probatorio da parte della difesa degli imputati, ad oggi neanche oggetto di esame da parte del Giudice delle indagini preliminari». Ama avverte EGiovi: se non ci fornite la documentazione che dimostri che c’è in corso un incidente probatorio, la mancata ripresa della piena operatività del 13 settembre configura inadempimento contrattuale. Cosa farà dunque oggi Ama? Manderà un numero maggiore di camion con i rifiuti a Malagrotta per dimostrare l’eventuale inadempienza? Probabilmente no.

Da EGiovi però fanno notare che l’incidente probatorio (accertamenti chiesti dalle due parti del processo irripetibili e che devono avvenire nei luoghi oggetto di indagine senza che vi siano state modifiche) è in corso ed è molto complesso.
L’inchiesta è quella sul percolato prodotto a Malagrotta e sul suo smaltimento. Ieri la presidente di Ama, Luisa Melara, ha incontrato il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, e il direttore Tommaso Tanzilli, per avviare un inedito percorso di collaborazione: verrà istituito un tavolo di lavoro per stilare «patto» per il decoro della città. Su un altro fronte, ieri la giunta regionale ha approvato una delibera proposta dall’assessore Massimiliano Valeriani per un progetto di sperimentazione «destinato allo sviluppo di una filiera di compostaggio di qualità sostenibile e a km0 per la raccolta e il trattamento delle frazioni organiche, per produrre compost direttamente nelle aziende agricole».
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