Roma, Rifiuti, la raccolta fa flop in tutte le zone: il Tiburtino e Ostia le più sporche

Rifiuti in via delle Cave, nel VII Municipio
di Giuseppe Gioffreda
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Domenica 23 Febbraio 2020, 11:34

Portuense, Monte Mario, Tiburtino, Aurelio e Centocelle: cassonetti strapieni per giorni, camion che non passano quanto dovrebbero, immondizia che di conseguenza tracima i contenitori e resta in “bella” vista per strada. Sono queste le zone della Capitale dove, nel 2019,la raccolta dell’Ama ha maggiormente annaspato. Il report aziendale sulla regolarità dei servizi erogati mette nero su bianco che in nessun municipio è stato raggiunto l’obiettivo previsto dal contratto di servizio cui l’azienda è chiamata a tenere fede. 
Fatto 100 questo obiettivo, infatti, nei dodici mesi dello scorso anno (per molteplici fattori) la municipalizzata ha centrato, sul fronte raccolta, solo il 90,4%. Peggio del 2018 quando il target era stato raggiunto al 92,2%. Le performance peggiori nei municipio citati sopra: 83% all’XI e al XIV, 86% IV, V e al XIII. Lieve miglioramento, anche se non particolarmente percepito dai cittadini-utenti, si è avuto sul fronte della pulizia. 

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Qui il target del contratto di servizio è stato raggiunto al 92,1% nel 2019 (contro l’86,6% del 2018). Ma, anche qui, non mancano le zone nelle quali lo spazzamento ha fatto cilecca, in quanto a regolarità: Ostia (con l’82% dell’obiettivo raggiunto), e ancora Centocelle e Tiburtino (82% e 85% rispettivamente). Risultati letti in positivo dall’azienda che, giorni or sono, aveva sottolineato come «nonostante un ciclo dei rifiuti complicato per fattori esogeni come la chiusura delle discariche di Rocca Secca e di Civitavecchia che hanno decretato uno stop nella ricezione per quattro giorni, dal 6 al 9 febbraio scorso, e una dotazione impiantistica fortemente carente nel Lazio, come indicato dai dati Ispra rielaborati dal Laboratorio Ref, il consuntivo del 2019 evidenzia sensibili miglioramenti di alcuni indicatori aziendali a partire dallo spazzamento delle strade. Quest’ultimo con 220mila servizi erogati, ha registrato - per l’appunto, ndr - un aumento del 5,5%: dall’86,6% del 2018 al 92,2% del 2019».
 
Sta di fatto che, a proposito di consuntivi, sul fronte proteste dei cittadini l’anno appena trascorso si è chiuso con numeri neo particolarmente lusinghieri per il servizio: all’azienda sono stati recapitati 456.988 reclami (contro i 455.034 del 2018). La maggior parte ha riguardato, manco a dirlo, la raccolta stradale (154.038 reclami), in seconda istanza la pulizia stradale (124.642), a seguire il porta a porta delle utenze domestiche (103.509) e infine la differenziata di quelle non domestiche (72.105). Sul monte complessivo di reclami i netturbini hanno dato risposta (in gergo tecnico si parla di reclami evasi) in 347.958 casi. In soldoni, risolti 7 casi su dieci. Gli altri 3 - per dirla con i tecnici - sono rimasti inevasi. Ma quanto hanno dovuto attendere gli utenti per vedere risolta la situazione che li ha turbati? In media tre giorni, ma con punte di 5. Per la precisione, riportando il dossier della municipalizzata: 3 giorni in media per chiudere i reclami sul porta a porto domestico, uno e mezzo per il porta a porta di negozi, bar e ristoranti, 3,3 per la mancata raccolta stradale, due e mezzo per lo spazzamento delle vie sporche, oltre 5 per gli altri servizi.
 

 

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