Roma, rifiuti non ritirati nelle cliniche: nuova inchiesta su Multiservizi

Roma, rifiuti non ritirati nelle cliniche: nuova inchiesta su Multiservizi
di Michela Allegri
3 Minuti di Lettura
Giovedì 7 Novembre 2019, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 11:09

Prima i locali e gli esercizi commerciali, ora le cliniche e le case di cura. L'inchiesta sul maxi raggiro dei rifiuti a Roma, con gli operatori della nettezza urbana che non solo non raccolgono l'immondizia, ma fingono anche di avere effettuato il turno di servizio, strisciando il badge e facendo figurare come portato a termine un lavoro mai iniziato, si allarga. In questo caso, il pm Carlo Villani indaga per interruzione di pubblico servizio e, almeno per il momento, si sta concentrando su quanto denunciato da due cliniche nel quartiere - centralissimo - di Prati.

Rifiuti, caos raccolta: indagati e multati due dirigenti Ama

IL PRECEDENTE
Un'inchiesta gemella rispetto a quella che riguarda bar, ristoranti ed esercizi commerciali, nella quale il procuratore aggiunto Paolo Ielo e la pm Rosalia Affinito procedono per truffa e frode nelle pubbliche forniture e hanno iscritto sul registro degli indagati Maurizio Raponi, presidente di Roma Multiservizi, che aveva in appalto - una commessa da 150 milioni di euro - la gestione della raccolta porta a porta presso le utenze non domestiche nel centro storico. L'inchiesta era stata portata a galla da un servizio de Le Iene, ma la procura stava già indagando da tempo.

LE DENUNCE
E ora, dopo le denunce arrivate sul tavolo del pm Villani, è stato aperto un fascicolo parallelo. Le lamentele di cittadini e operatori sanitari si sono accumulate nel corso dei mesi. Ma dalle prime verifiche gli inquirenti hanno scoperto una stranezza: controllando i verbali di servizio degli operatori, i turni risultavano rispettati e la raccolta risultava portata a termine. Da qui, l'approfondimento e la scoperta del raggiro. Anche in questo caso, la Polizia locale, che ha effettuato i controlli, ha scoperto che, probabilmente, quei verbali erano stati taroccati. E ora le verifiche si estenderanno anche ad altre cliniche del quartiere.

IL VIDEO
Il sospetto è che sia stato utilizzato lo stesso escamotage del badge utilizzato per registrare pulizie fantasma. Per questo motivo il pm ha disposto l'acquisizione del video della trasmissione di Mediaset, nel quale un dipendente della Roma Multiservizi racconta che gli addetti striscerebbero il palmare sul codice a barre presente all'esterno degli esercizi commerciali, in modo da certificare l'avvenuta raccolta. Lo stesso dipendente racconta anche dell'esistenza di una chat collettiva dei netturbini, nella quale, dall'alto, verrebbero impartite indicazioni per fare risultare il falso. Dopo la messa in onda del servizio, Raponi si era presentato davanti all'autorità giudiziaria.
Intanto il fascicolo gemello procede spedito: gli inquirenti stanno analizzando i video delle telecamere di sorveglianza di bar e locali, per stabilire le modalità della raccolta. Ama ha preso le distanze dichiarandosi parte lesa, spiegando di avere dato il servizio in subappalto. Ma gli investigatori stanno cercando di ricostruire la catena di responsabilità, per stabilire se ci sia stato, quantomeno, un omesso controllo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA