Rifiuti, da Malagrotta altra tegola per Ama: «Rischio infrazione Ue»

Rifiuti, da Malagrotta altra tegola per Ama: «Rischio infrazione Ue»
di Mauro Evangelisti e Stefania Piras
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Lunedì 18 Febbraio 2019, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 09:24
Non c'è pace per l'Ama, all'orizzonte nuove tegole per la i ritardi della bonifica della discarica di Malagrotta per la quale c'è in corso una procedura di infrazione dell'Unione europea. Ieri il direttore generale Franco Giampaoletti e gli altri dirigenti dei settori interessati, hanno trascorso la domenica in Campidoglio per trovare una soluzione tecnica alla mancanza di liquidità dell'azienda che rischia di non pagare gli stipendi. Il presidente Lorenzo Bagnacani vuole utilizzare gli incassi dalla Tari; Roma Capitale - che ha bocciato il bilancio consuntivo 2017 al culmine di uno scontro senza precedenti - ha risposto picche, ma ha anche accettato di avviare una cabina di regia insieme ad Ama per evitare che dipendenti e fornitori non vengano pagati, svolta che porterebbe a un'emergenza rifiuti scontata. In questa delicatissima partita a scacchi, per oggi Lorenzo Bagnacani ha convocato il Cda (ma lo ha fatto anche per i giorni successivi, un modo per essere sempre pronti a tutto), mentre in Campidoglio si svolgerà una giunta straordinaria, aperta anche ai consiglieri di maggioranza per discutere della crisi dell'Ama, ma anche della possibile nomina ad assessore all'Ambiente di Stefano Zaghis. Possibile un altro scenario: Zaghis alla guida dell'Ama e un magistrato, già individuato, all'assessorato all'Ambiente. La cabina di regia avviata ieri in Campidoglio mostra la volontà di sbrogliare la matassa, ma Comune e azienda continuano a parlarsi attraverso lettere protocollate. E dal Campidoglio sbottano: «Ama non ha fondi per gli stipendi, ma paga le miriadi di consulenze legali volute da Bagnacani?» .

VERTICE
Ma sempre oggi, alle 17.30, altra riunione importante, a Largo Chigi, nella sede della presidenza del Consiglio. Oggetto: la procedura di infrazione dell'Unione europea a causa dei ritardi delle misure per evitare la fuoriuscita di percolato, della bonifica e del capping della discarica di Malagrotta chiusa nel 2013. Convocati i dirigenti di Ministero dell'Ambiente, Regione, Roma Capitale, EGiovi (galassia Cerroni, ma guidata da un amministratore giudiziario), Arpa. Secondo i funzionari della Presidenza del Consiglio e del Ministero per gli Affari europei che hanno esaminato il materiale inviato dalle varie istituzioni, ci sono delle criticità e bisogna intervenire rapidamente per scongiurare le sanzioni Ue. La vicenda di Malagrotta pesa anche su Ama: un lodo e i successivi passaggi in tribunale, hanno riconosciuto a EGiovi 90 milioni di euro da destinare appunto alla gestione post mortem della discarica. C'è da dire che a dicembre la Cassazione ha rinviato tutto alla Corte di giustizia europea, ma 30 milioni sarebbero da versare ugualmente nell'immediato. Se ci sarà la sanzione, a pagarla sarà lo Stato, ma per la messa in sicurezza della discarica Ama dovrà corrispondere la somma prevista dal lodo (o almeno una parte). Va precisato: su quel lodo c'è un'indagine della procura; i fondi sono già stati accantonati dall'azienda.

 
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