Rifiuti, mossa Raggi: «Riapriamo Albano». Pressing del prefetto

Rifiuti, mossa Raggi: «Riapriamo Albano». Pressing del prefetto
di Camilla Mozzetti e Francesco Pacifico
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Martedì 29 Giugno 2021, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 09:45

Quaranta minuti prima, in Prefettura, l’ennesimo vertice sull’emergenza rifiuti a Roma andato a vuoto. Con il prefetto Matteo Piantedosi, infastidito, che misurando le parole aveva avvertito Regione, Città metropolitana, Campidoglio e Ama: «Io devo raccogliere soluzioni strutturali, ma se non ci sono, e non è una minaccia, dovrò relazionarlo al governo». Parole lette dai presenti come un’accelerazione all’arrivo da Roma di un commissario dei rifiuti. Quaranta minuti dopo e sempre ieri, spiazzando tutti, ecco Virginia Raggi annunciare di voler «predisporre un’ordinanza urgente per imporre la riapertura della discarica di Albano Laziale», utilizzando «i poteri commissariali» di presidente della ex Provincia. Per poi concludere: «L’inerzia della Regione Lazio ci costringe a questa decisione per evitare il peggioramento della crisi e conseguenze igienico-sanitarie per le persone». Il tutto mentre ci sono oltre 200 tonnellate di spazzatura per strada, che nessuno raccoglie per la mancanza di sbocchi, e che a breve potrebbero triplicarsi. «La previsione dei flussi disponibili per il trattamento, della settimana in oggetto - fa sapere l’Ad di Ama, Stefano Zaghis - sarà pari a 13.050 tonnellate a settimana, con una diminuzione del 27,5% in meno rispetto al fabbisogno previsto di 18.000 ton a settimana». Risultato? Problemi «per le attività di raccolta e di decoro cittadino, rendendo insostenibile la situazione dal punto di vista igienico e sanitario». Conferma il sottosegretario Andrea Costa: «A Roma c’è un problema sanitario».

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Giornata quella di ieri all’insegna di polemiche e annunci sul fronte dei rifiuti, con Raggi che prende tutti in contropiede e ribadendo il suo no di un catino nel territorio di Roma Capitale annuncia lo sblocco della discarica di Albano.

Operazione complessa: al momento c’è una richiesta agli uffici sulla fattibilità della cosa, poi l’impianto ha un proprietario (Manlio Cerroni) contrario in passato a questa soluzione: la discarica da 200mila tonnellate, piccola per le necessità di Roma, nasce per un Tmb andato a fuoco, che il “Supremo” vuole ricostruire per dare più valore al suo asset. La stessa Regione stava studiando con il governo una misura per forzare la sua volontà. Secondo Marco Cacciatore, presidente della commissione Rifiuti della Regione, «la legge consente la cosa, ma spetta alla Regione avallare tale atto dopo 120 giorni. Ma tra 120 giorni le elezioni a Roma si saranno già tenute». Intanto da Albano il sindaco Massimiliano Borrelli annuncia le barricate: «Intendiamo opporci in tutti i modi e con tutti i mezzi legali». Con lui i sindaci grillini dei Castelli. Duro anche l’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani: «Durante la riunione in Prefettura né l’assessore Ziantoni né Zaghis ci hanno comunicato il provvedimento». 

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Misure strutturali

Si, perché in Prefettura si è soltanto discusso di raccolta. La Regione ha annunciato una nuova ordinanza per prolungare di una settimana i conferimenti alla discarica di Viterbo, il ministero della Transizione ha chiesto a Roma Capitale «provvedimenti strutturali». Palazzo Valentini attende per oggi una nuova mappa degli sbocchi fuori Regione e terrà questi vertici ogni 10 giorni. Intanto oggi (San Pietro e Paolo) e domani (per lo sciopero) si attende ancora più caos sulla raccolta.

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LE RICETTE DEI CANDIDATI A SINDACO

Raggi: Ama risanata e centri di raccolta

Il piano della sindaca prevede due nuovi impianti Tmb (uno esistente che acquisterà Roma Capitale e un altro che realizzerà Ama), 2 nuovi centri di compostaggio per il trattamento della frazione organica, 2 impianti di selezione del multimateriale (carta, plastica, metalli) di cui uno a Rocca Cencia con la riconversione del Tmb, 4 stazioni di trasferenza. Sono 17, poi le nuove aree individuate per la realizzazione dei centri di raccolta: servizi essenziali per i cittadini che consentono di incrementare la raccolta differenziata. Raggi punta anche sul risanamento e il piano industriale Ama.

Michetti: meno Tari per chi differenzia

Roma «ha bisogno di un piano straordinario sul fronte della raccolta differenziata per allinearci alle altre città europee - spiega Michetti - La meta finale è superare lo strutturale utilizzo dei cassonetti nelle strade puntando sulla raccolta “porta a porta”. Poi ci vogliono impianti di trattamento veri e funzionanti, lavorando per chiudere il ciclo dei rifiuti. Non si possono mandare i rifiuti di Roma in giro per il mondo con costi esorbitanti. Vogliamo lavorare per introdurre la “tariffa puntuale” per legare il calcolo della Tari all’effettiva produzione di rifiuti indifferenziati.

Gualtieri: un Patto per Roma pulita

L’ex ministro propone il “Patto per Roma Pulita”. Con la Regione e le altre amministrazioni il Comune «smetterà di avere un atteggiamento conflittuale ma userà questo tempo diventare autosufficiente. Quindi vertici davvero competenti per l’Ama e un patto con i cittadini: comportamenti virtuosi a fronte dell’impegno a combattere l’evasione della Tari per arrivare a diminuirla rapidamente. Poi arrivare a livelli regionali di raccolta differenziata fino al 70 %; utilizzo ottimale del termovalorizzatore esistente; costruire impianti di ultima generazione per trasformare i rifiuti in risorse».

Calenda: impianti per 800 milioni

Il leader di Azione parte da soluzioni temporanee, tra cui tritovagliatori e impianti di prossimità. «Nel frattempo costruiamo gli impianti che garantiranno un futuro sostenibile: tre impianti capaci di produrre biometano dal trattamento delle frazioni organiche, tre piattaforme per valorizzare plastiche e vetro, un impianto dedicato al riciclo della carta e del cartone, un’officina per il riciclo dei rifiuti ingombranti, una bioraffineria capace di produrre idrogeno e biocombustibili». Un piano dal valore di circa 800 milioni di euro, «quanto speso in 5 anni per portare i rifiuti fuori Roma».

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